Peperoncino alleato della salute: 2 motivi per mangiarlo

Peperoncino alleato della salute: 2 motivi per mangiarlo

17 Dicembre 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

Mangiare il peperoncino fa bene alla salute. Utilizzarlo abitualmente in cucina (più o meno 4 volte a settimana) riduce il rischio di morte per infarto del 40% e per ictus di oltre il 60%. Due buoni motivi per includerlo nella dieta.

Questa bacca piccante riduce del 23% il rischio di morte per qualunque causa rispetto a chi non ne fa uso abitualmente. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology e coordinato dagli epidemiologi dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università dell’Insubria a Varese e il Cardiocentro Mediterraneo di Napoli.

La ricerca si è basata sull’analisi delle abitudini alimentari di 22.811 molisani il cui stato di salute è stato monitorato per un tempo medio di otto anni. Gli esperti hanno visto che usare il peperoncino 4 o più volte a settimana si associa a una riduzione del rischio complessivo di morte del 23%, una riduzione del rischio di morte per infarto del 40%, e una riduzione di oltre la metà del rischio di ictus.

“L’aspetto più interessante – ha riferito il primo autore del lavoro Marialaura Bonaccio, epidemiologa del Neuromed – è che la protezione assicurata dal peperoncino è indipendente dal tipo di dieta adottata complessivamente, ovvero sia che si mangi in modo sano, sia che si scelga un’alimentazione meno sana, l’effetto protettivo del peperoncino è uguale per tutti”.

Saranno necessari altri studi, concludono gli scienziati, per scoprire il modo (i meccanismi biochimici) attraverso cui il peperoncino e altre piante simili usate in cucina esercitano questi effetti protettivi.

Un precedente studio dei ricercatori della Marshall University (Virginia Occidentale, Usa), aveva esaminato gli effetti della capsaicina, responsabile della maggior parte della “piccantezza” dei peperoncini sul cancro ai polmoni. Si tratta solo di uno studio, che non può dunque in alcun modo elevare questo cibo ad alimento curativo (di questi tempi è necessario sottolinearlo considerando che fioccano in rete consigli su presunti effetti anticancro di numerosi cibi).