Diabete, il cioccolato speciale che non alza la glicemia

Diabete, il cioccolato si può mangiare? Cosa dice il diabetologo

14 Aprile 2020 - di Claudia Montanari

ROMA – Quando si ha il diabete si possono mangiare dolci e cioccolata? E se sì, in quale quantità? Queste sono solo alcune delle domande che attanagliano i pazienti diabetici e su cui spesso i medici e i diabetologi hanno necessità di fare chiarezza. Premesso che ogni persona diabetica reagisce e risponde alla malattia in modo diverso e deve far sempre riferimento ai consigli del proprio medico, gli esperti ritengono adeguati alcuni suggerimenti che fanno riferimento alle linee guida.

 Una dieta sana ed equilibrata, fondamentale per il benessere psico-fisico di chi soffre di diabete. Contrariamente a ciò che comunemente si pensa, salvo particolari casi l’alimentazione di chi ha il diabete non è poi così restrittiva. Uno degli alimenti su cui si accendono spesso i dibattiti è senza dubbio il cioccolato e, in generale, i dolci.

Chi ha il diabete può mangiare i dolci? Il professor Enzo Bonora, ordinario di endocrinologia dell’Università di Verona e direttore del reparto di endocrinologia, diabetologia e malattie del metabolismo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, ha attivato sulla sua pagina Facebook una rubrica contro le fake news, in cui spiega se, come e quanto determinati alimenti (per esempio le uova) possano essere assunti da chi ha il diabete. Nelle ultime ore, il professore si è occupato proprio di dolci e cioccolata.

Dolci e insorgenza del diabete:

Il professore innanzitutto fa luce sulla correlazione tra dolci e insorgenza di diabete: “Non c’è in letteratura forte evidenza che chi mangia più biscotti o torte o dolciumi abbia effettivamente un maggior rischio di sviluppare il diabete. Ci sono evidenze forti a sostegno dell’aumentato rischio di diabete in chi beve abitualmente bibite zuccherate, ci sono evidenze che aumenta il rischio di diabete chi fa uso di cereali non raffinati. Viene quindi logico pensare che anche se non ci sono studi chiaramente a sostegno di questa conclusione, esagerare con il consumo di dolci possa aumentare il rischio di diabete”.

Il problema fondamentale, spiega il professore, è che “mangiando tanti dolci si tende ad ingrassare, ed è l’eccesso di peso che trascina l’aumentato rischio di diabete”.

L’aumento di peso è tra le cause maggiori non solo di diabete di tipo 2 ma anche di problemi cardiovascolari, tumori e malattie mortali. Per questo motivo, spiega Enzo Bonora “il consumo di alimenti ad elevato tenore energetico come i dolci va limitato”.

La lista dei dolci dai più calorici a quello meno calorici:

“Se facciamo una lista -spiega il professore- quelli che fra i dolciumi contengono più calorie per 100 gr di alimento sono la cioccolata (anche quella fondente), il torrone, e poi via via i biscotti e, a scendere, il panettone, il pandoro, fino ad arrivare all’ultimo dolciume di questa graduatoria che è il gelato. Il gelato artigianale -contina- ha a volte anche fino a meno della metà delle calorie per 100 gr rispetto al cioccolato”.

Ovviamente, bisogna sempre considerare le quantità. E’ ovvio che assumendo un solo quadratino di cioccolato fondente, si andranno ad assumere meno calorie rispetto a se si mangia una intera vaschetta di gelato.

Carboidrati e indice glicemico:

Quanti carboidrati contengono i dolciumi? Il professore spiega: “Più o meno, i dolciumi hanno tutti la stessa quantità di carboidrati. Il cioccolato ha circa 50 gr di carboidrati ogni 100 gr, mentre il gelato ne contiene molto meno, quasi la metà. Tuttavia, va specificato che il cioccolato fondente ha un indice glicemico decisamente più basso (quasi la metà) rispetto al cioccolato al latte, ma anche rispetto al gelato o altre torte in quanto questi ultimi contengono molto più zucchero. A parte il cioccolato fondente, tutti gli altri dolciumi stanno intorno a 50-60 di indice glicemico”.

Il cioccolato fondente, spiega il professore, ha quindi un indice glicemico decisamente più basso ma, attenzione, non per questo ha meno calorie.

Importanti considerazioni sulle quantità:

Come spiega il professore, ci sono alcune evidenze scientifiche che mostrano come il cioccolato fondente possa ridurre il rischio di diabete o di altre malattie. Ma è importante sottolineare che si parla sempre di “piccolissimi quantitativi. Gli studi che sono stati condotti hanno dimostrato che chi assume un paio di porzioni alla settimana (25-50 gr, 2 o 3 quadrettini non di più) ha un minor rischio di sviluppare il diabete e malattie cardiovascolari rispetto a chi non lo mangia”.

Tuttavia il professore mette in guardia: “per esperienza personale vi dico che con il cioccolato è un attimo esagerare con le porzioni. E ogni volta che si esagera con le quantità, aumentiamo il rischio di insorgenza di diabete e altre malattie. Per cui ancora una volta vale il principio che ho già espresso in altre occasioni: le quantità sono fondamentali. Mangiare poco di un alimento può dare un beneficio, mangiarne tanto dà un maleficio.

Conclusioni:

I dolciumi apportano molte calorie e grassi e hanno fra i più alti indici glicemici perché contengono quegli zuccheri semplici aggiunti (saccarosio in primis) il cui introito giornaliero non dovrebbero idealmente rappresentare più del 5% delle calorie totali giornaliere. Questa percentuale equivale a circa 30 g in una dieta da 2400 calorie, 25 g al giorno se la dieta è da 2000 calorie, 20 g in una dieta da 1600 calorie, 15 g in una dieta da 1200 calorie). Quindi il loro consumo va considerato una eccezione. Una piccola porzione, alla fine di un pasto ricco di fibre (verdure), in circostanze particolari ci può stare. Ogni giorno o più volte al giorno non è certo raccomandabile.

Alimentazione nel diabete e non solo – Dolciumi e cioccolato

Questa volta affronto lo spinoso tema dei dolciumi e del cioccolato in particolare. Giusto per evitare equivoci coi miei amici diabetici un paio di precisazioni a corredo di quello che racconto nel video. I dolciumi apportano molte calorie e grassi e hanno fra i più alti indici glicemici perché contengono quegli zuccheri semplici aggiunti (saccarosio in primis) il cui introito giornaliero non dovrebbero idealmente rappresentare più del 5% delle calorie totali giornaliere. Questa percentuale equivale a circa 30 g in una dieta da 2400 calorie, 25 g al giorno se la dieta è da 2000 calorie, 20 g in una dieta da 1600 calorie, 15 g in una dieta da 1200 calorie). Quindi il loro consumo va considerato una eccezione. Una piccola porzione, alla fine di un pasto ricco di fibre (verdure), in circostanze particolari ci può stare. Ogni giorno o più volte al giorno non è certo raccomandabile. Puntata n. 9 della serie “Un video al giorno toglie il cialtrone di torno”.

Pubblicato da Enzo Bonora contro il Diabete su Domenica 12 aprile 2020