Sigarette elettroniche, in Francia aperta inchiesta su rischi per “svapatori”

7 Marzo 2013 - di Mari

PARIGI – Le sigarette elettroniche nel mirino delle autorità francesi. In questo Paese gli “svapatori” (così si chiamano i fumatori che usano questi nuovi prodotti) sono oltre mezzo milione. Proprio per proteggere la loro salute il governo ha chiesto l’apertura di un’indagine  per valutare gli eventuali rischi.

Anche in Italia il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha chiesto l’intervento dell’Unione Europea perché venga stabilita una regolamentazione comune adeguata sulla materia.

Fare luce sulla ”e-cig”, sui suoi effetti sulla salute, dare delle regole ad un mercato in esplosione, sembra dunque diventare urgente per le autorità.

In Francia, dove i fumatori delle sigarette con il tabacco sono 14 milioni e hanno fruttato alle aziende del settore un fatturato di 17,5 miliardi di euro nel 2011, circa 500 mila persone sono passate al fumo elettronico, visto come un rimedio al fumo tradizionale.

Al momento, però, ancora non si conoscono gli effetti a lungo termine legati all’inalazione del glicole propilenico e della glicerina (che insieme creano l’illusione del classico fumo, rispettivamente dando il gusto e creando il vapore acqueo) contenuti in certe sigarette elettroniche.

Nel maggio 2011, l’Agenzia francese di sicurezza sanitaria aveva raccomandato di non consumare questo tipo di sigaretta con dosi variabili di nicotina che ”anche in quantità deboli possono comportare effetti indesiderati gravi”.

Proprio in questi giorni la ministra francese della Sanità, Marisol Touraine, ha chiesto ai francesi di ”essere prudenti” e ha deciso che è tempo di mettere fine ai dubbi aprendo un’indagine ad ampio raggio per valutare ”il rapporto rischi-benefici” della e-cig: ”Ho chiesto al mio staff di dirmi con precisione che tipo di prodotto si tratta. Un prodotto di grande consumo o un dispositivo medico?”.

In Italia il suo omologo Balduzzi ha sollecitato una riflessione sulle sigarette elettroniche: ”La loro diffusione è’ contraria agli sforzi di disincentivare la moda dell’uso di sigarette. ha scritto in una nota, anche perché possono essere usate per aggirare i divieti, sia sulle aree smoke free che sui minori, e poi perché possono contenere nicotinoidi”.

La Commissione europea ha varato di fatto una direttiva specifica. L‘Istituto superiore di sanità (ISS) e l’OMS hanno  espresso il loro scetticismo a riguardo.

In Italia, dove i fumatori ”tradizionali” sono circa 12 mila, si contano 400 mila ”svapatori”, ma secondo i produttori potrebbero diventare un milione entro la fine dell’anno. I negozi aperti in tutta Italia sono 1.500, per un giro di affari di 350 milioni di euro. In Germania gli svapatori sono anche di piu’, gia’ 2 milioni, in Grecia, nonostante la crisi, sono 400 mila.

La sigaretta elettronica, nata in Cina nel 2003, è invece vietata in Brasile, in Israele e ancora a Singapore.

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