
Euroflora 2025: dove fiorisce il futuro tra bonsai, botanica e intelligenza artificiale
Genova, primavera 2025. Euroflora è tornata nella sua sede storica, la Fiera di Genova, oggi parte integrante del Waterfront di Levante, dopo due edizioni ai Parchi di Nervi. Ma il ritorno non è un ritorno qualunque. È un passo consapevole dentro un tempo nuovo.
Non siamo più negli anni ‘80 e ‘90, quelli delle cascate di fiori, dei ponti sospesi di petali, delle esplosioni scenografiche floreali che trasformavano la Fiera in un set da sogno botanico. Questa non è un’edizione spettacolare, ma è forse la più significativa degli ultimi tempi. Perché ha il coraggio di essere un’edizione di transizione, proprio come lo spazio che la ospita: un Waterfront ancora in fase di cantiere, sospeso tra ciò che era e ciò che sarà, e come l’area stessa di Piazzale Kennedy, destinata a trasformarsi nei prossimi anni in un grande giardino urbano, cuore verde di una Genova più vivibile e contemporanea.
Ed è in questo spazio aperto – fisico e simbolico – che Euroflora 2025 lancia il suo messaggio:
la natura non è solo bellezza da ammirare, ma patrimonio da proteggere, tecnologia da integrare, scienza da ascoltare.
Camminando tra i viali fioriti si scopre un’esposizione che parla di intelligenza artificiale applicata al verde, di coltivazioni verticali, di biodiversità salvata in provetta, di semi artificiali studiati per resistere ai cambiamenti climatici, di paesaggi resilienti, di sostenibilità concreta e design consapevolmente sostenibile. Una narrazione che mescola verde e bit, petali e dati.
Ma il cuore resta floreale.
Sono moltissimi gli espositori italiani e internazionali che portano le loro collezioni più preziose: dalle orchidee rare ai giardini zen, dai giardini mediterranei autoctoni alle composizioni di floral design contemporaneo, fino all’emozionante area dedicata ai Bonsai, guidata da maestri giapponesi e italiani, tra cui spicca la presenza del noto bonsaista Kenichi Abe, che ha incantato i visitatori con la sua arte millenaria fatta di silenzi e potature minime.
E poi c’è il mercato verde, la zona dedicata agli acquisti: piantine, semi, strumenti, artigianato, prodotti a base di fiori ed erbe. Qui Euroflora torna a parlare alle persone, alle case, ai terrazzi. Torna a essere quotidiana.
Anche l’organizzazione guarda avanti: l’accessibilità è stata potenziata, con servizi dedicati e la presenza discreta ma straordinariamente meritevole della Confraternita della Misericordia, vero punto di riferimento per chi necessita di assistenza: anziani, persone con disabilità o mobilità ridotta, supportati sia fisicamente che nell’orientamento all’interno dell’area espositiva.
Il colpo d’occhio, è vero, non lascia senza fiato come un tempo. Ma lascia dentro una riflessione profonda: sul nostro rapporto con il paesaggio, con la terra, con il clima che cambia.
E ci prepara – forse – a un’edizione futura in cui, completati i cantieri del Waterfront e di Piazzale Kennedy, Euroflora potrà tornare a danzare tra i colori e le emozioni, senza perdere il suo nuovo sguardo: quello di chi non guarda solo i fiori, ma guarda attraverso di essi, verso un futuro sostenibile e più consapevole.