piatto di sushi

Questo additivo alimentare fa ingrassare, aumenta l’appetito e provoca dipendenza

5 Febbraio 2021 - di Claudia Montanari

Si chiama glutammato di sodio monosodico, è un additivo da cui dovresti stare alla larga e ora ti spieghiamo perché. Molti degli additivi che vengono aggiunti agli alimenti trasformati dall’industria alimentare hanno lo scopo di preservare le buone condizioni del prodotto. Ma ce ne sono altri, esaltatori di sapidità, che ci fanno mangiare di più, poiché aggiungono proprietà organolettiche al cibo che li rendono più appetibili e gustosi.

È il caso del glutammato di sodio o monosodico (MSG), un additivo che può creare dipendenza, che aumenta l’appetito e quindi, a lungo andare, può farti ingrassare. Molti cibi contengono questo additivo, anche alcuni insospettabili. Per chiarire cosa provoca questa sostanza nel nostro corpo, il sito Hola ha chiesto aiuto a Claudia Guerrico, nutrizionista di PsicoActua, unità di psicologia e medicina sanitaria dell’ospedale Vithas Medimar di Alicante.

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Cos’è il glutammato di sodio monosodico?

Il glutammato è un sale monosodico dell’acido glutammico, uno degli amminoacidi non essenziali più abbondanti in natura. Esiste naturalmente in molti alimenti e conferisce loro un sapore particolare che conosciamo con il nome di umami, il quinto gusto, oltre ai quattro noti del salato, dolce, amaro e acido.

Questa proprietà ha destato la curiosità dell’industria alimentare, che nel secolo scorso ha sviluppato diverse tecniche chimiche per la sua produzione sintetica al fine di esaltare le caratteristiche organolettiche di innumerevoli prodotti alimentari. È altamente solubile in acqua e, allo stesso tempo, molto stabile nei processi di produzione alimentare, come ad esempio la cottura.

Attualmente è noto come E-621. La FDA e l’OMS stabiliscono che è questo additivo è sicuro per il consumo umano. Tuttavia, ci sono alcune divergenze di opinione. Esistono infatti lavori scientifici che stabiliscono la tossicità a dosi elevate, negli animali da laboratorio. Per questo motivo, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha stabilito un livello massimo di assunzione giornaliera ammissibile di glutammati a 30 mg / kg di peso corporeo al giorno. Questa quantità però è molto difficile da determinare, poiché uno stesso alimento può contenere glutammato naturalmente e sinteticamente.

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Che azione ha sul corpo?

L’amminoacido glutammato è un neurotrasmettitore sintetizzato nel cervello. Essendo un neurotrasmettitore eccitatorio, si occupa del 90% delle sinapsi neuronali. Regola la plasticità neuronale, l’apprendimento, la memoria, l’attività motoria, ecc. Tuttavia, l’eccesso di questo neurotrasmettitore è altamente studiato e correlato a malattie neuronali. Secondo alcune ricerche, se è presente in eccesso nei meuroni postsinaptici, è in grado di causare la morte cellulare.

È una sostanza che crea dipendenza, è considerata come la nicotina del cibo, blocca la sensazione di piacere nel cervello: Ci fa sembrare che ciò che stiamo mangiando sia molto gustoso, desiderabile e piacevole, produce anche una sensazione di soddisfazione. D’altra parte, ha un impatto sulle emozioni e sul controllo dell’umore. Tutto ciò, secondo uno studio della Open University of Catalonia, causa un consumo eccessivo di questo additivo.

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In quali alimenti si trova naturalmente?

Come abbiamo detto, è un sale derivato da un amminoacido che è altamente presente naturalmente in varie proteine. Quindi è presente nei formaggi molto stagionati, nel prosciutto, frutta secca, funghi, pomodori, alghe, tè verde, carne di manzo, salmone, latte, pollo, crostacei, proteine ​​vegetali idrolizzate, prodotti fermentati o lievito alimentare. Quando è presente naturalmente nei cibi, tuttavia, non rischia di essere dannoso. Il problema è quando viene aggiunto ai cibi aumentando quindi le dosi assunte.

Perché questo additivo può farci ingrassare?

Essendo un esaltatore di sapidità molto utilizzato nell’industria alimentare, rende i prodotti più gustosi e appetitosi. Uno studio spagnolo dell’UCM (Cattedra di Fisiologia dell’Università Complutense di Madrid) ha dimostrato che può produrre fino al 40% in più di appetito. Il che aumenta l’assunzione di quegli alimenti che lo contengono, che sono spesso cibi ricchi di grassi e zuccheri semplici. È stato anche suggerito che le persone con obesità mostrano una soglia più alta nella percezione del gusto dell’umami, che potrebbe influenzare il consumo di alimenti con glutammato monosodico, creando così un circolo vizioso.

A quali alimenti viene aggiunto il glutammato sintetico?

A molti più di quanto si possa immaginare. In generale, tutti i “prodotti alimentari” ultra lavorati, i più prevedibili: patatine in busta, salse, snack, cracker, salsa di soia, ketchup, cibi pronti come pizze o risotti,alcuni affettati, prodotti della cucina giapponese o cinese, brodi, minestre confezionate, aromi e dadi da cucina.

Tuttavia, è presente anche in alcuni alimenti che non sospetteremmo mai. Per esempio, nei pasti surgelati perché appaiano sempre freschi, nelle verdura idrolizzate che servono per preparare hamburger di verdure.

È importante sapere che in Europa è obbligatoria la sua dichiarazione sull’etichettatura degli alimenti. Quindi il consiglio è quello di leggere le etichette. Può apparire in diversi modi:

E- 621 (glutammato di sodio)

E-622 (glutammato di potassio)

E- 623 (glutammato di calcio)

E-624 (glutammato di ammonio)

E-625 (glutammato di magnesio)

Proteina idrolizzata

Estratto di lievito

Caseinato di sodio

Può anche essere chiamato MSG, sale cinese, ajinomoto o umami, in riferimento al sapore che provoca.

Quali sono i rischi del glutammato sintetico?

Quando vengono consumate grandi quantità di cibi lavorati o cotti ricchi di esaltatori di sapidità, la concentrazione di glutammato nel sangue aumenta per un’ora o due, producendo quella che è nota come “sindrome del ristorante cinese“.

È un insieme di sintomi come mal di testa, nausea, vomito, malessere generale, diarrea senza febbre comprese vertigini transitorie, arrossamento della pelle, aumento della sudorazione e disturbi intestinali. Questi effetti sono stati studiati negli anni ’70 e da allora il glutammato è stato oggetto di numerosi studi nel suo rapporto con malattie come autismo, demenza, iperattività, asma.

Attualmente, ci sono studi che negano questi presunti effetti dimostrando come il glutammato non possa penetrare la barriera cerebrale ed è per questo che non è considerato pericoloso. Come possiamo vedere, è una sostanza molto controversa.

Cosa dovremmo fare per proteggerci?

Dobbiamo optare per un consumo alimentare basato all’80% su cibi freschi, semplici, crudi. Oppure cucinarli nel modo più semplice, bolliti, saltati, grigliati, al forno.

Ridurre drasticamente il consumo di prodotti ultra lavorati. Inosmma, basare la dieta su cibo vero e non su “prodotti trasformati”.