Il 48% delle donne italiane si sente sottopagato

Stop al Segreto Salariale: Nuova Direttiva Ue Promuove trasparenza in Busta Paga

23 Agosto 2023 - di Claudia Montanari

Stop al Segreto Salariale. Una nuova direttiva europea sta portando alcuni cambiamenti nel mondo del lavoro, mirando a promuovere una maggiore trasparenza nelle retribuzioni. Approvata a maggio, questa direttiva richiede alle aziende, sia pubbliche che private, di rendere noto ai propri dipendenti quanto guadagnano i colleghi che svolgono la stessa mansione. Scopo principale? Combattere le disparità retributive e promuovere la parità di retribuzione tra uomini e donne. Scopriamo i dettagli di questa nuova regolamentazione.

La Direttiva per la Trasparenza Salariale

La direttiva 2023/970, recentemente approvata dall’Unione europea, pone l’accento sulla necessità di rendere trasparenti le retribuzioni all’interno delle aziende. Un passo significativo per affrontare il divario retributivo di genere, che in media vede le donne guadagnare il 13% in meno rispetto agli uomini nell’Unione europea. Questa direttiva prevede che l’azienda fornisca informazioni riguardanti gli stipendi individuali e lo stipendio medio, suddiviso per genere.

Fine al Segreto Salariale

Uno dei principali meccanismi introdotti da questa direttiva è la messa al bando del segreto salariale. Ciò significa che i lavoratori avranno il diritto di conoscere le retribuzioni dei colleghi che svolgono mansioni analoghe. Questo dovrebbe agevolare il riconoscimento di eventuali disparità e incoraggiare i datori di lavoro ad equiparare le paghe per ruoli simili.

Dettagli della Direttiva

L’azienda dovrà condividere informazioni sulle retribuzioni individuali e sullo stipendio medio, con una divisione per genere. Questa trasparenza rende immediatamente evidenti eventuali disuguaglianze nei guadagni tra uomini e donne nello stesso ruolo. La direttiva non prevede deroghe: nessun contratto potrà vietare ai dipendenti di divulgare il proprio stipendio o di richiedere informazioni sulle retribuzioni degli altri.

Richiesta di Informazioni e Risarcimento

La richiesta di informazioni sulle retribuzioni potrà partire da singoli lavoratori, sindacati o organismi aziendali dedicati alla parità di genere. L’azienda avrà un massimo di due mesi per rispondere senza eccezioni. Nel caso di imprecisioni o informazioni incomplete, sarà possibile richiedere ulteriori dettagli. Nel caso emergesse una discriminazione salariale basata sul genere, potrebbe scattare una richiesta di risarcimento. Sarà poi compito del datore di lavoro dimostrare che non sono state violate le norme sulla trasparenza e l’equità retributiva.

Tempistiche e Applicazione

La direttiva sarà in vigore per tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, e non farà distinzioni tra tipologie di dipendenti. Tuttavia, l’Italia avrà tempo fino al 7 giugno 2026 per adottare queste norme attraverso apposite leggi e regolamenti.

In sintesi, questa nuova direttiva Ue rappresenta un importante passo avanti verso la promozione della parità retributiva e la riduzione delle disparità di genere nel mondo del lavoro, aprendo la strada a una maggiore trasparenza e giustizia salariale.*

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