Elena insieme alla sorella Giulia Cecchettin

Giulia Cecchettin, il potente messaggio della sorella Elena: “Filippo è il prodotto della nostra società patriarcale”

20 Novembre 2023 - di Claudia Montanari

Elena Cecchettin, con fermezza e determinazione, ha lanciato un appello. Intervistata dal programma televisivo “Dritto e Rovescio”, Elena Cecchetin ha colto l’occasione per condividere un messaggio potente riguardo alla cultura della nostra società patriarcale e al femminicidio. Le sue dichiarazioni sono state taglienti e molto lucide.

Il potente messaggio di Elena, sorella di Giulia Cecchettin

“Volevo lanciare un messaggio”, ha esordito. “In questi giorni si è sentito parlare di Turetta, definito come mostro…ma lui mostro non è, perché mostro è l’eccezione alla società mostro è quello che esce dai canoni normali della nostra società, ma lui è un figlio sano della nostra società patriarcale che è pregna della cultura dello $tupr0, cioè quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libvertà della donna, come controllare un telefono, essere possessivi o fare catcalling, ed è una struttura che beneficia tutti gli uomini” ha poi proseguito.

“Non tutti gli uomini sono cattivi” mi viene detto, ed è vero, però in questi casi sono sempre uomini e tutti gli uomini comunque traggono beneficio da questo tipo di società patriarcale”.

Come fare estirpare questa cultura patriarcale?

“Gli uomini devono essere i primi a richiamare i loro colleghi che controllano i telefoni delle proprie ragazze, che fanno catcalling, devono essere ostili ai comportamenti che possono sembrare banalità ma sono il preludio dei femminicidi”, ha sostenuto Elena.

Il suo volto, scombussolato dal dolore, ha comunicato la gravità del tema. Ha concluso con un’appassionato appello per un cambiamento strutturale: “Il femminicidio è un omicidio di potere, è un omicidio di Stato. Bisogna prevedere un’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, finanziare i centri antiviolenza per aiutare le donne in pericolo”.

Infine, con un tono deciso, Elena ha chiesto di non osservare un minuto di silenzio per Giulia, ma di “bruciare tutto”, incanalando la frustrazione e la rabbia in un appello all’azione concreta. Le sue parole hanno sicuramente suscitato riflessioni e sono un richiamo all’urgenza di cambiare la cultura e le istituzioni che perpetuano la violenza contro le donne