Il 48% delle donne italiane si sente sottopagato

Il 48% delle donne italiane si sente sottopagato

12 Settembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Il 48% delle donne italiane si sente sottopagato. La percentuale scende al 43 per quanto riguarda gli uomini. Questo il quadro che descrive un sondaggio dell’Adp research institute. Una situazione che descrive una realtà lavorativa non paritaria, considerando anche che spesso le prime sono costrette a lasciare il lavoro dopo che diventano mamme.

Nel 2022 gli aumenti salariali a livello globale sono stati in media del 6,7% per gli uomini rispetto a solo il 6% per le donne. Entro la fine di quest’anno, gli uomini prevedono di vedere un aumento in media dell’8,5% nella loro retribuzione, mentre le donne contano di fare leva su aumenti salariali solo dell’8%.

Secondo quanto emerso dalla ricerca (“People at work 2023“), nel 2022 in Italia il 44% dei dipendenti ha ottenuto un incremento medio dello stipendio pari al 5,5%, mentre gli uomini affermano che la loro retribuzione è aumentata del 5,8%, rispetto al 5,2% delle donne. Hanno visto il loro stipendio crescere il 50% degli uomini e il 36% delle donne. Sempre del 44% è la percentuale degli italiani che si aspetta che la propria retribuzione aumenti entro la fine dell’anno in corso (stessa situazione per donne e uomini).

“Potremmo dire che, nonostante l’acceso dibattito in merito al divario retributivo di genere, il problema stia peggiorando. Gli aumenti salariali delle donne semplicemente non tengono il passo con quelli degli uomini e, durante un periodo inflattivo così pesante, il problema è più grave che mai. È importante che i datori di lavoro dispongano di sistemi solidi per rilevare incoerenze e disuguaglianze nell’importo retribuito del personale in modo da poter affrontare eventuali divari retributivi di genere. In caso contrario, tale ingiustizia potrebbe perpetuarsi, portando alla mancanza di motivazione e minando la lealtà nel migliore dei casi, innescando un esodo di talento femminile che danneggerebbe gravemente la reputazione dell’azienda stessa, minacciando il suo cosiddetto employer branding”, ha dichiarato Marcela Uribe, general manager Adp southern Europe. Fonte: Avvenire.

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