violenza sulle donne, i documentari da vedere

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: i documentari per fare il punto della situazione

17 Novembre 2023 - di Claudia Montanari

Nel mondo, 1 donna su 3 è vittima di violenza. In Italia, il fenomeno interessa oltre il 31% delle donne, tra chi ha subìto abusi psicologici, fisici o sessuali, spesso perpetrati tra le mura domestiche1.

Per sensibilizzare sul tema, prevenire le violenze e ricordare le vittime di maltrattamenti e abusi, nel 1999 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. L’evento ricorre ogni anno il 25 novembre in concomitanza con l’anniversario della morte delle tre sorelle Mirabal che, in quello stesso giorno del 1960, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono deportate, violentate e uccise, per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo, perché considerate rivoluzionarie. Rivoluzionarie come lo sono state, in tempi più recenti, Mahsa Amini e le donne iraniane (insignite del premio Sakharov 2023 del Parlamento Europeo) per la loro lotta contro la misoginia istituzionale e la politica repressiva del regime di Teheran nei confronti delle donne.

In occasione della prossima ricorrenza, la piattaforma di streaming europea arte.tv presenta una serie di contenuti, tra reportage e serie, che puntano a sensibilizzare sulle diverse forme di abusi subiti dalle donne e che mostrano una drammatica panoramica globale, dall’Iran all’Europa, attualmente alle prese con una difficile legiferazione sul consenso, passando per il Ruanda e i drammatici casi di stupro a margine del genocidio Tutsi del 1994.

Tutti i titoli sono fruibili gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app della piattaforma disponibili per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.

Donna, vita, libertà: una rivolta iraniana

Teheran. Il 16 settembre 2022 la polizia arresta e uccide la giovane Mahsa Amini, colpevole di aver indossato il velo “in modo non consono”. L’episodio scatena una potente rivolta e, in poche ore, in tutto il Paese si crea un movimento spontaneo al grido di “Donna, vita, libertà”. Per la prima volta le donne hanno assunto le redini della mobilitazione, accorrendo in piazza in massa e togliendosi l’odiato feticcio della Repubblica degli Ayatollah. A oltre un anno dall’accaduto, il documentario Donna, vita, libertà: una rivolta iraniana raccoglie filmati clandestini e testimonianze per ripercorrere e raccontare una rivolta femminista senza precedenti.

Femminicidi: gli Stati proteggono le donne?

Ogni giorno, in Germania, un uomo cerca di uccidere la sua compagna o ex compagna. L’Austria, invece, vanta il triste titolo di unico paese dell’Unione Europea in cui vengono uccise più donne che uomini. Quali sono le responsabilità della politica e della magistratura? Come si possono proteggere meglio le donne? E come mai in certi Paesi, come la Spagna, i numeri dei femminicidi sono molto più bassi? A provare a dare una risposta a queste domande è il documentario Femminicidi: gli Stati proteggono le donne?.

“Se l’è cercata” – Storie ordinarie di vittime di stupro

Ogni anno in Francia vengono commessi 250.000 stupri o tentativi di stupro: di questi, solo 16.000 sono oggetto di denuncia e solo un decimo, 1.600, danno luogo a un processo penale, ma solo dopo circa quattro anni di indagini. A presentare la triste panoramica è il documentario “Se l’è cercata” – Storie ordinarie di vittime di stupro.

Solo un sì è un sì – Percorso di una legge europea contro gli stupri

La scorsa estate, il Parlamento europeo ha approvato una legge senza precedenti per spingere gli Stati membri a sostenere le vittime di violenza e a punire i loro aggressori. Ma alcuni Paesi, tra cui Francia e Germania, rifiutano di definire lo stupro come “un atto di penetrazione senza consenso”. Il documentario Solo un sì è un sì – Percorso di una legge europea contro gli stupri si interroga sulla possibilità o meno di cambiare le opinioni dei Paesi che sono ancora scettici, soprattutto in vista delle elezioni europee del 2024.

Ho paura a rientrare da sola: le donne e l’insicurezza

La sera del 3 marzo 2021, a Brixton, la trentatreenne Sarah Everard scompare mentre rincasa a piedi. La giovane fu trovata morta ad Ashford, a circa 78 chilometri di distanza, il 10 marzo dello stesso anno. A rapirla, violentarla e ucciderla fu un agente di polizia, poi condannato all’ergastolo. Ma come evitare che simili episodi continuino ad accadere e come proteggere meglio le donne, rendendo più sicuri gli spazi pubblici? A chiederselo è il documentario Ho paura a rientrare da sola: le donne e l’insicurezza.

H24

La serie H24 è una collezione di ventiquattro cortometraggi, di 5 minuti ciascuno, che fa luce sulle molteplici forme di abusi di cui possono essere vittime le donne nel corso di una giornata e della loro vita. Il progetto ha visto la partecipazione di 24 scrittori europei i cui monologhi vengono interpretati da altrettante attrici straordinarie, tra cui Diane Kruger e Valeria Bruni Tedeschi.

I panni sporchi della chiesa d’Irlanda

Basato sulle testimonianze dirette di coloro che hanno lavorato nelle famigerate “Magdalene Laundries”, il reportage I panni sporchi della chiesa d’Irlanda racconta la storia di un sistema — creato dallo Stato e sostenuto da tutti i livelli della società irlandese — che per decenni ha ridotto in schiavitù oltre 10mila donne, costrette a lavorare gratuitamente all’interno dei conventi come lavandaie dopo essere state accusate di aver avuto rapporti sessuali da non sposate.

Ruanda, il silenzio delle parole

Ruanda, il silenzio delle parole riporta l’agghiacciante testimonianza di tre donne Tutsi, che accusano di stupro e violenza i soldati dell’esercito francese mandati dall’ONU con lo scopo di proteggerle durante il genocidio in Ruanda del 1994. Il documentario racconta il “rituale” — basato sul rapimento nelle tende dei campi profughi, su stupri di gruppo e foto scattate dai soldati — e l’indagine, avviata dopo la denuncia presso i tribunali francesi, che però oggi è ferma su un binario morto.

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