Ictus, insonnia e apnea ostruttiva aumentano il rischio

Ictus, insonnia e apnea ostruttiva aumentano il rischio

8 Agosto 2016 - di Mari

BERLINO – Chi soffre di problemi di sonno, tra cui insonnia e apnea ostruttiva, è più esposto al rischio di ictus, sia emorragico sia ischemico, e se viene colpito ha più difficoltà nella fase di recupero. E’ quanto rivela uno studio condotto dall’Ospedale universitario di Essen, in Germania.

I ricercatori tedeschi hanno scoperto che i problemi del sonno colpiscono almeno 6 persone su 10 tra coloro che hanno avuto un ictus, possono aumentare il rischio di questa patologia e ostacolare il recupero del paziente.

Gli studiosi hanno condotto una meta-analisi confrontando i risultati di 29 studi che hanno coinvolto complessivamente 2.343 pazienti. Tutti avevano avuto un ictus ischemico o emorragico, o un attacco ischemico transitorio, spesso definito come un ‘mini ictus’. I ricercatori hanno visto che un qualche disturbo del sonno, come insonnia e apnea ostruttiva, era presente nel 72 per cento dei pazienti con ictus ischemico, nel 63 per cento dei pazienti con ictus emorragico e nel 38 per cento dei pazienti con mini ictus.

In particolare questi disturbi erano frequenti prima dell’ictus, aumentandone il rischio, ma persistono anche durante le fasi di recupero e, se non trattati, ne ostacolano la ripresa. Sono state trovate anche prove, pur se in misura minore, che suggeriscono un legame simile con insonnia e sindrome delle gambe senza riposo. “Il sonno ha importanti funzioni di restauro nel cervello”, commenta uno degli autori, Dirk M. Hermann, “perché permette processi di plasticità neuronale, che sono necessari per il recupero”. Per questo, “le persone che hanno avuto un ictus dovrebbero essere monitorate per i disturbi di questo tipo”, cosa che oggi non avviene.

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