Mai ferme please: perché l'attività fisica è la nostra migliore alleata

Una attività fisica regolare riduce mortalità del 30%

2 Novembre 2022 - di Claudia Montanari

Chi pratica regolarmente attività fisica di intensità moderata per almeno due ore e mezza a settimana, oppure una attività fisica vigorosa per almeno un’ora e mezza gode di una riduzione della mortalità cardiovascolare e della mortalità per tutte le cause dell’ordine del 20-30% rispetto a chi conduce una vita sedentaria. È questo uno dei messaggi lanciato dal congresso di Cardiogeriatria in corso fino a domani a Roma.

Attività fisica regolare riduce mortalità fino al 30%

“Il movimento non solo previene la maggior parte delle malattie cardiovascolari e cronico-degenerative, ma permette una miglior conservazione dell’efficienza fisica, garantendo così di vivere a lungo in forma e in piena autonomia”. Ad affermarlo è Lorenzo Palleschi, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Geriatria dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma e promotore del congresso insieme a Francesco Vetta, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia e Aritmologia di IDI-IRCSS.

Importante anche e soprattutto per le persone anziane

Palleschi ha ricordato inoltre come per le persone anziane mantenersi in movimento sia fondamentale anche in caso di ricoveri in ospedale o in strutture sanitarie. Questo perché la scarsa mobilità comporta un aumento del rischio di perdita dell’autonomia personale e di complicanze.

“Tuttavia, la pandemia Covid-19 presenta nuove e gravi sfide che minacciano di compromettere i recenti sforzi e i progressi verso una cultura della mobilità”, ha affermato. “Le rigide misure di distanziamento sociale all’interno delle strutture sanitarie, le carenze del personale dovuto a riallocazione ad aree ad alto fabbisogno come il pronto soccorso o le terapie intensive, la carenza di dispositivi di protezione e la ritrosia dei pazienti nei confronti della mobilità stanno minacciando la promozione della mobilità all’interno delle strutture sanitarie (ospedali ed RSA) così determinante per il benessere dei pazienti anziani”, ha concluso.

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