Positive Nutrition, la dieta dei superfood: ecco quali sono

Positive Nutrition, la dieta dei superfood: ecco quali sono

1 Giugno 2017 - di Mari

Superfood: ovvero come nutrirsi facendosi del bene. I “super cibi” sono infatti come dei farmaci naturali che allenano le cellule del nostro organismo a stare in equilibrio, tenendo sotto controllo lo stress ossidativo e l’infiammazione silente all’origine delle malattie croniche e degenerative, dal diabete alle cardiopatie, dalle patologie neurologiche ai tumori.

I segreti dei cibi che fanno meglio alla salute sono il nucleo della Positive Nutrition, uno stile di vita disegnato da Barry Sears, il biochimico americano padre della dieta Zona.1

Innanzitutto bisogna considerare un dato, sottolinea Sears: dagli anni ’70 ad oggi il nostro pacchetto calorico giornaliero è aumentato di circa 300 calorie, e parallelamente sovrappeso e obesità tra la popolazione adulta sono schizzati dal 15% al 36%.

“Si mangia troppo e male, si vive di più e peggio. Ma una semplice dieta ipocalorica non basta, sottolinea l’esperto. Bisogna intervenite su più fronti”: nutrizione positiva, attività fisica quotidiana in dosi giuste, tecniche antistress come lo yoga, la meditazione, la respirazione.

Il messaggio è che bisogna pensare positivo, nella vita ma anche a tavola. La Positive Nutrition è stata messa a punto studiando le popolazioni sane, come quelle dell’isola di Okinawa in Giappone, quella di Ikaria in Grecia, quelle della Penisola di Nicoya in Costa Rica, o della cittadina californiana di Loma Linda con i suoi Avventisti del Settimo Giorno, ma anche gli abitanti dei monti sardi dell’Ogliastra e del paesino calabrese di Molochio nel cuore dell’Aspromonte.

La dieta, quindi, non va pensata solo come privazione di certi cibi, ma anche come aggiunta di alimenti che ci fanno bene. I superfood, appunto: cibi ricchi di acidi grassi omega-3 (Dha ed Epa) e polifenoli come le antocianine dei frutti di bosco, le catechine del tè, gli stilibeni di arachidi e uva (il famoso resveratrolo), la curcumina che colora di giallo il curry.

Tradotto in prodotti da mettere nel carrello, vuol dire ad esempio frutta e verdura, alghe, spezie, olio d’oliva, cacao. Ingredienti familiari oppure esotici, come il maqui del Sud del Cile usato dagli indigeni come bevanda energetica e finito nel mirino della scienza per le sue virtù antiossidanti e antinfiammatorie.

Perché il bersaglio da colpire è proprio l’infiammazione silente, “alla base dell’eccesso di peso e di gran parte delle malattie – ricorda Sears, presidente della Inflammation Research Foundation – L’infiammazione è un’arma a doppio taglio”: in acuto “ci difende e ci fa guarire, ma se non si risolve in modo adeguato diventa un’infiammazione a basse intensità”, un fuoco sempre accesso che può attaccare gli organi e farci ammalare. “Mantenerla entro una certa ‘zona’ – dice l’inventore dell’omonima dieta – è uno dei fattori chiave della Positive Nutrition”.

L’alimentazione migliore è “una dieta antinfiammatoria. Meno acidi grassi idrogenati (prodotti da forno o da pasticceria), acidi grassi saturi (carni rosse, latte, burro, formaggi) e acidi grassi omega-6 – elenca lo specialista – e più acidi grassi monoinsaturi (olio di oliva) e polinsaturi omega-3″.

La formula della dieta Zona è ’40-30-30′: sul totale calorie, il 40% deve arrivare dai carboidrati (verdure non amidacee e un po’ di frutta), il 30% dalle proteine e il 30% dai grassi (un terzo saturi, un terzo monoinsaturi e un terzo polinsauri).

Tradotto, significa mangiare almeno 3-4 porzioni di frutta e verdura fresche al giorno, da suddividere fra 2 pasti principali e 2 spuntini. Diradare il consumo di carne e pesce cotti a lungo e ad alte temperature. E invece delle farine raffinate, scegliere quelle integrali ricche di fibre che sequestrano colesterolo e sali biliari.

E ci vuole ‘Zona’ anche nello sport: l‘esercizio fisico, infatti, produce un’infiammazione necessaria a riparare i tessuti dal danno muscolare dell’allenamento. Ma se l’infiammazione è eccessiva, si forma tessuto cicatriziale e aumenta il rischio di infortuni. Con la dieta dobbiamo saper compensare l’infiammazione da movimento.

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