Osteoporosi, vita sedentaria da bambini aumenta il rischio

Osteoporosi, vita sedentaria da bambini aumenta il rischio

11 Ottobre 2017 - di Mari

Condurre una vita sedentaria da bambini non aumenta solo il rischio di obesità e malattie correlate, come il diabete, ma anche i pericoli per quando si è anziani. In particolare, rende più fragili le ossa e aumenta il rischio di osteoporosi. 

L’osteoporosi non è semplicemente un problema legato all’invecchiamento, specie fra le donne, ma può avere le origini nell’infanzia. Una nuova ricerca australiana ha seguito i livelli di attività fisica di un gruppo di bambini di età fra 10 e 13 anni, lungo un arco di 10 anni, e ha concluso che i giovanissimi che trascorrevano la maggior parte del tempo seduti avevano una forza ossea del 9% minore negli arti inferiori.

“In questo studio abbiamo esaminato cosa accade alla forza ossea nel lungo periodo e i risultati mostrano l’impatto che l’inattività fisica ha nel corso del tempo”, scrive la ricercatrice Rachel Duckham della Deakin University di Canberra, Institute for Physical Activity and Nutrition. “Benché si dedichi molta attenzione al rischio di sovrappeso e di obesità quando i bambini sono sedentari, vi sono ora crescenti evidenze che l’inattività ha un effetto anche sulla grandezza e sulla forza delle ossa”, scrive sul sito dell’università.

“L’inattività nell’infanzia può anche dare inizio ad un modello per il resto della vita giovanile. Se si è fisicamente inattivi a tre anni è probabile esserlo ancora a sei anni e per il resto della vita”, aggiunge. Quando le donne raggiungono la menopausa il tempo in cui le ossa possono perdere densità a causa dei più bassi livelli di estrogeni, sono oggetto di consigli per mantenere la forza ossea con esercizio, cibi ricchi di calcio e vitamina D. Ma è un messaggio che deve cominciare nell’infanzia e nell’adolescenza, gli anni in cui si forma la maggior parte delle ossa, aggiunge Duckham.

“Se vogliamo prevenire l’osteoporosi dobbiamo cominciare nell’infanzia, è quando la malattia ha le sue origini”, ribadisce la studiosa “E’ anche necessario che le ragazze siano attive anche in adolescenza, quando molte di loro schivano lo sport e l’esercizio”.