Le persone estroverse corrono un minor rischio di demenza, secondo uno studio

Le persone estroverse corrono un minor rischio di demenza, secondo uno studio

30 Novembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Le persone coscienziose, estroverse e con un atteggiamento positivo hanno meno probabilità di sviluppare la demenza. I risultati sono stati pubblicati su Alzheimer’s & Dementia: The Journal. Gli esperti hanno scoperto che alcuni tratti della personalità sembrano essere collegati a un minor rischio di contrarre la malattia.

Come si legge sul Daily Mail, i ricercatori hanno analizzato i dati di otto studi che hanno coinvolto più di 44.000 persone di età compresa tra 49 e 81 anni. Sono stati seguiti per un massimo di 21 anni, durante i quali 1.703 hanno sviluppato demenza. Gli studiosi si sono concentrati anche sul benessere, ad esempio su quanto le persone dichiaravano di essere soddisfatte della propria vita e se avevano una prospettiva positiva o negativa.

L’analisi ha rivelato che le persone più coscienziose, che ad esempio si preoccupavano di fare le cose con attenzione e correttezza, che erano estroverse o avevano una visione positiva, avevano meno probabilità di arrivare a una diagnosi di demenza.

Emorie Beck, ricercatrice presso l’Università della California, Davis, e prima autrice dello studio, ha dichiarato: “Questa è stata la scoperta più sorprendente per noi. Se la personalità è predittiva della prestazione nei test cognitivi ma non della patologia, cosa potrebbe succedere?”.

139 milioni affetti da demenze entro il 2050

Nei prossimi 25 anni le persone affette da demenze nel mondo potrebbero passare da 55 milioni a 139 milioni; i costi legati alla malattia fare un balzo dagli 1,3 mila miliardi di dollari del 2019 a oltre 2,8 del 2030. Sono alcuni dei dati del World Alzheimer Report 2023 realizzato da Alzheimer’s Disease International.

“La categoria raddoppierà fino a 2,1 miliardi entro il 2050, due terzi dei quali vivrà in Paesi a basso e medio reddito. Il numero di persone con più di 80 anni è atteso che triplichi durante lo stesso periodo arrivando a 426 mila persone”, si legge nel rapporto. Per questo, “è essenziale agire adesso per assicurare che queste persone possano vivere più sane possibile per un tempo più lungo possibile”.

 

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