Intestino sano, la dieta alleata che lo protegge

Intestino sano, la dieta alleata che lo protegge

25 Ottobre 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

Ormai è cosa nota che gli effetti del microbiota intestinale e gli alimenti hanno un impatto sul cervello e sul tono dell’umore. L’intestino produce circa il 90% della serotonina, il neurotrasmetitore della serenità. Il 10% viene prodotto dal cervello. Fare attenzione a ciò che finisce sulla nostra tavola è fondamentale.

Come si legge sul sito della Fondazione Veronesi, da uno studio portato avanti dai ricercatori del dipartimento di gastroenterologia ed epatologia dell’Università di Groningen, che ha coinvolto poco più di 1.400 adulti sani e affetti da morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa o sindrome del colon irritabile, è emerso che l’adozione di una dieta mediterranea può aiutare l’intestino a essere popolato di microrganismi alleati.

Quali sono i cibi alleati dell’intestino e presenti anche nella dieta mediterranea: i cereali, meglio se integrali, poi i legumi, il pesce, ma anche la frutta secca. Il sito specifica che “la loro assunzione è infatti collegata a una ridotta presenza di batteri aerobici (potenzialmente dannosi) e a una concentrazione inferiore di molecole pro-infiammatorie nel sangue”.

E’ proprio la dieta mediterranea ad aver permesso all’Italia si collocarsi quale Paese con il record di longevità in Europa con 14.456 ultracentenari insieme alla Francia. E’ quanto ha affermato la Coldiretti in base al rapporto Istat 2019 sui “Centenari d’Italia”. Un elisir di lunga vita riconosciuto anche con l’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco, classificata come migliore regime alimentare al mondo del 2019 sulla base della classifica elaborata dal media statunitense U.S. News & World Report.

Pane, pasta, frutta, verdura, carne, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari, sottolinea la Coldiretti, hanno consentito agli italiani di conquistare il primato europeo. Si tratta di un modello alimentare apprezzato in tutto il mondo come dimostra il record delle esportazioni agroalimentari made in Italy, che hanno raggiunto 41,8 miliardi nel 2018.