Intestino sano: 20 modi per eliminare gonfiore

Intestino sano, la pianta da cucina alleata

14 Dicembre 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

Mangiare aglio potrebbe essere la chiave per avere un intestino sano. La pianta, una delle più usate nel mondo per cucinare, contiene elevate quantità di fibre naturali che aumentano i nostri batteri “buoni”. Se ne è parlato durante un evento di ricerca sull’invecchiamento ospitato da Yakult a Tokyo, in Giappone. Questo condimento sembra essere un vero toccasana per la salute, al di là del suo odore che molto giudicano poco gradevole.

Come si legge sul Mirror, l’azienda sta studiando l’impatto sulle popolazioni europee di bevande probiotiche allo yogurt contenenti batteri buoni. Il professor Eric Claassen, dell’Università di Amsterdam, ha spiegato come una dieta ricca di verdure e povera di zuccheri sia la migliore per un intestino sano. “Sappiamo che negli stili di vita moderni può essere difficile mantenere una dieta a basso contenuto di zuccheri“, ha specificato.

Uno studio condotto da Gauri Desai, epidemiologa della University at Buffalo, ha evidenziato che aglio e cipolla, ancora meglio se consumati insieme nel soffritto, potrebbero avere un potente effetto protettivo contro il cancro al seno. Il soffritto mangiato più di una volta al giorno riduce del 67% il rischio.

Già precedenti studi hanno premiato il consumo di aglio, cipolla e altre piante della stessa famiglia (dal porro all’erba cipollina) come alleati nella prevenzione delle malattie, tra cui alcuni tumori. Tuttavia, per la prima volta ci si è concentrati sul cancro al seno, scegliendo la popolazione portoricana per due motivi: il primo è che il tasso di tumore al seno è molto più basso per le donne portoricane rispetto a quelle statunitensi e poi perché la loro tradizione gastronomica prevede il soffritto.

Gli epidemiologi hanno chiesto alle donne di compilare dettagliati questionari alimentari, specificando il consumo di aglio e cipolla e le quantità medie. Ebbene, è emerso che consumarli riduce il rischio di ammalarsi di cancro al seno in modo dipendente dalla dose, ovvero più se ne consuma, maggiore la protezione dal tumore.