Diabete, cosa rischi se mangi dopo le 18

Diabete, cosa rischi se mangi dopo le 18

22 Febbraio 2020 - di Silvia_Di_Pasquale

L’orario in cui si mangia può fare la differenza nella prevenzione contro il diabete di tipo 2. Il consumo di cibo a tarda notte è collegato a pressione sanguigna più alta, un indice di massa corporea maggiore e uno scarso controllo della glicemia.

Non solo, un recente studio presentato a una conferenza dell’American Heart Association ha rivelato che più una donna mangia dopo le 18:00, peggiore è la sua salute del cuore. Altri studi hanno scoperto che le persone che mangiano in ritardo hanno un rischio maggiore di obesità e diabete di tipo 2.

Il ritmo circadiano ci detta quando dormire, mangiare ed eseguire attività fisica, destinandoci così ad essere mattinieri (cronotipo mattutino) o nottambuli (cronotipo serale). Tra chi si sveglia di buon’ora e chi preferisce le ore piccole, la scienza sembra a favore dei primi. Il professor Satchin Panda, attivo nel campo della ricerca sui ritmi circadiani presso il Salk Institute in California, ha dichiarato: “Siamo stati programmati per affrontare questo ciclo quotidiano”.

Come si legge su The Sun, lo studioso ha alimentato due gruppi di topi con la stessa dieta ricca di grassi e zuccheri: l’unica differenza era che un gruppo aveva accesso al cibo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e l’altro poteva mangiare solo durante una finestra di otto ore durante il giorno. Da un lato, il primo gruppo ha guadagnato peso e ha iniziato a sviluppare il colesterolo alto e il diabete di tipo 2. Il gruppo che ha seguito una dieta a tempo limitato è rimasto relativamente magro e sano, nonostante abbia consumato lo stesso numero di calorie.

Da una recente pubblicazione guidata dal Nestlé Research è emerso che i nottambuli possono avere un rischio maggiore di soffrire di malattie cardiovascolari e diabete di tipo 2 rispetto ai mattinieri, in quanto tendono ad avere modelli nutrizionali meno salutari che non rispettano le tre dimensioni del comportamento alimentare – tempistica, frequenza e regolarità – e quindi i ritmi biologici e metabolici del nostro organismo (crono-nutrizione).

Di notte produciamo meno saliva, il nostro stomaco produce meno succhi digestivi, le contrazioni intestinali che spostano il cibo attraverso l’intestino rallentano e siamo meno sensibili all’insulina ormonale. I nostri corpi sono impostati in questo modo poiché per la maggior parte della storia umana il cibo è stato fatto durante il giorno e la notte era per dormire.

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