Anoressia e bulimia, più 30% ai tempi del covid

Anoressia e bulimia, più 30% ai tempi del covid

13 Novembre 2020 - di Silvia_Di_Pasquale

Durante la pandemia da coronavirus in Italia sono aumentati i casi di disturbi alimentari come anoressia e bulimia.

Si parla addirittura del 30% in più, così come purtroppo della stessa percentuale è aumentato il tasso di mortalità.

I dati sono stati forniti in una intervista al Messaggero Umbria da Laura Dalla Ragione, direttore del Centro disturbi del comportamento alimentare di Todi.

Dalla Ragione parla di un “bollettino di guerra”, dopo che nelle ultime ore ci sono stati due decessi (non in Umbria) di pazienti con “Dca” (Disturbi del comportamento alimentare).

“Ci sono regioni in cui si muore di più e altre in cui si muore meno dipende dai servizi”, spiega Dalla Regione, specificando:

“Di anoressia non si muore è una patologia che si cura e da cui si può guarire ma si muore se mancano le cure”.

“I casi sono sempre stati spalmati in tutte le regioni con un incidenza che è del 10% delle giovani tra i 12 e i 25 anni”.

“Un numero già sottostimato e che non prende in considerazione i maschi, ma che comunque in questo 2020 ha visto una crescita incredibile”.

Anoressia, bulimia e lockdown.

“Durante il lockdown sono aumentati i casi di esordi della malattia e si sono aggravati quelli preesistenti”, aggiunge il direttore.

“Gli effetti della pandemia sono dannosi anche qui con ragazzini sempre più piccoli che soffrono di questi disturbi anche di 11 anni”.

I Dca possono avere origini traumatiche e la situazione legata alla pandemia è a tutti gli effetti un trauma.

I ragazzi si trovano soli e senza amici in una situazione di angoscia e possono essere alle prese anche con tensioni familiari dovute al lockdown.

Il tema è stato approfondito nel libro “Cuori invisibili – Obesità e disturbo da alimentazione incontrollata in età evolutiva” (Il Pensiero scientifico editore), che Laura dalla Ragione ha curato insieme a Simone Pampanelli e che è in uscita questa settimana. 

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