Camminata nordica 2 volte a settimane per rallentare la progressione dell'Alzheimer

Camminata nordica 2 volte a settimane per rallentare la progressione dell’Alzheimer

27 Settembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Praticare la camminata nordica due volte a settimana potrebbe rallentare la progressione della malattia di Alzheimer. Lo suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Heliyon. Un team di scienziati dell’Università del Molise, in Italia, ha scoperto che la nordic walk può anche tenere a bada la demenza in pazienti che si trovano nelle fasi iniziali della malattia.

La camminata nordica prevede l’uso di bastoncini per aiutarsi a spingersi in avanti durante una passeggiata veloce, offrendo un allenamento più completo rispetto alla camminata convenzionale stessa. Gli studi dimostrano che esercita dall’80 al 90% di tutti i muscoli del corpo, rispetto a solo il 40% quando si cammina o si corre.

Uno precedente studio del 2022 ha rilevato che la nordic walk era migliore di tutti gli altri tipi di attività per migliorare la salute dei pazienti con insufficienza cardiaca. Ora la nuova ricerca suggerisce che anche coloro a cui è stata recentemente diagnosticata la demenza potrebbero trarne beneficio.

Come è stato svolto lo studio

Gli scienziati hanno sottoposto 30 pazienti con Alzheimer da lieve a moderato a una serie di trattamenti che potrebbero alleviare i loro sintomi, come sessioni di fisioterapia e musicoterapia. La metà del gruppo ha inoltre fatto la camminata nordica due volte a settimana per sei mesi.

I risultati hanno mostrato che i camminatori hanno ottenuto punteggi più alti in termini di memoria, capacità di attenzione e velocità di elaborazione del cervello. Hanno anche ottenuto risultati migliori nei test di ragionamento visuo-spaziale, come ad esempio essere in grado di fare calcoli mentali o allacciarsi i lacci delle scarpe.

Parlando dei risultati della loro ricerca, gli studiosi hanno affermato: “Se questi risultati saranno confermati da studi più ampi, allora la camminata nordica potrebbe essere una strategia sicura e utile per rallentare il deterioramento cognitivo nella malattia di Alzheimer da lieve a moderata”. Fonte: Daily Mail.

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