Salute mentale sul posto di lavoro: un under 34 su due lascia per motivi legati al malessere psicologico

Salute mentale sul posto di lavoro: un under 34 su due lascia per motivi legati al malessere psicologico

10 Ottobre 2021 - di Silvia_Di_Pasquale

In occasione della Giornata Internazionale della Salute Mentale, prevista per il 10 Ottobre, Mindwork, la prima società italiana di consulenza psicologica online interamente specializzata in ambito aziendale, presenta la nuova ricerca realizzata da BVA Doxa sul benessere psicologico delle lavoratrici e dei lavoratori italiani.

Obiettivo del report, giunto alla sua seconda edizione, quello di fotografare lo stato psicologico dei lavoratori italiani, analizzare le strategie e le soluzioni adottate dalle aziende e infine verificare bisogni, aspettative e desiderata.

La salute psicologica personale è direttamente correlata a quella lavorativa (e viceversa)

Secondo i dati emersi, quasi l’85% delle persone intervistate considera il proprio benessere psicologico generale correlato al proprio benessere sul lavoro e viceversa. La quota di persone che dichiara di soffrire di frequenti problemi di ansia e insonnia per motivi legati al lavoro, invece, sfiora il 50%.

“L’80% delle intervistate e degli intervistati ha provato almeno un sintomo correlato al burnout (sensazione di sfinimento, calo dell’efficienza lavorativa, aumento del distacco mentale, cinismo rispetto al lavoro) – spiega Biancamaria Cavallini, Customer Success Manager di Mindwork e Psicologa del Lavoro – Questo purtroppo non sorprende: la durata dell’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova le persone. Anche chi, in una prima fase, ha reagito mettendo in campo le proprie risorse, si ritrova oggi a vederle sempre più esaurite”.

Vissuti psicologici e luogo di lavoro

Il 40% del campione intervistato ha riferito di non sentirsi libero di parlare del proprio malessere emotivo nel suo luogo di lavoro. In continuità con i dati 2020, l’ambiente di lavoro si conferma il luogo meno adatto ad esprimere il proprio disagio, anche tra coloro che si sentono invece tranquilli nel condividere il proprio malessere tra le mura di casa.

La salute psicologica fatica ad essere normalizzata in azienda, sebbene sia una necessità urgente: una persona su tre dichiara di essersi assentata dal lavoro a causa di malessere emotivo, dovuto a eccessivi carichi di stress e ansia, che non riusciva più a sostenere.

Secondo i dati emersi, inoltre, lavoratori e lavoratrici giovani hanno una maggior propensione a lasciare il lavoro a causa di un malessere emotivo ad esso correlato. Il 49% degli under 34, infatti, si è dimesso almeno una volta per preservare la propria salute psicologica.

La tendenza è in aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2020. Le iniziative promosse dalle aziende per tutelare la salute psicologica dei lavoratori. Il 92% delle lavoratrici e dei lavoratori ritiene importante che l’azienda si occupi
attivamente del “benessere psicologico” dei propri dipendenti.

Tuttavia, il 42% del campione intervistato ritiene inefficaci le iniziative promosse dalla propria azienda per
aumentare il livello di benessere dei lavoratori e delle lavoratrici e/o ridurre lo stress legato al lavoro. Si registra, in questo caso, un aumento di quasi 15 punti percentuali dal 2020.

“È importante sottolineare che in caso di ricerca di una nuova posizione lavorativa, il 73% delle persone dichiara di preferire un’azienda attenta al benessere psicologico delle sue persone – prosegue Biancamaria Cavallini – anche laddove il livello di stress attualmente percepito dalla persona sul proprio lavoro sia basso.

Questo dimostra una crescente sensibilità alla necessità di un ambiente di lavoro sano”. In quelle aziende dove è previsto un servizio di supporto psicologico, il 60% delle persone lo valuta positivamente e ritiene che sia necessario che il servizio continui anche in futuro, quando l’emergenza Covid-19 sarà finita.

Laddove non è presente, il 75% delle persone valuterebbe positivamente la messa a disposizione, da parte dell’azienda, di un servizio di supporto psicologico.

Il rientro in azienda dopo il Covid e lo stato emotivo dei lavoratori. Relativamente al ritorno in azienda, circa il 40% si dice preoccupato del rientro a tempo pieno al punto che il 20% cambierebbe lavoro se costretto a rientrare. I principali motivi di tale preoccupazione sono la gestione tempo, i vissuti di stress e infine la gestione
familiare.

Appaiono questi i principali motivi per cui il 62% dei lavoratori e delle lavoratrici valuta utile un servizio di supporto psicologico per fronteggiare momenti di stress e disagio legati al rientro in azienda. Quota che, rispetto al 2020, è salita di 8 punti percentuali (dal 54% al 62%).

Di questi dati e del ruolo della salute psicologica per la sostenibilità, l’inclusione e l’employer branding in azienda, si parlerà con CEO, Executive ed HR Director in occasione dell’evento “HEAD ON 2021 – Mind your business”, che si terrà martedì 12 Ottobre 2021 presso la PHYD Arena (Via Tortona 31, Milano) dalle 9.30 alle 11.30 e in diretta streaming sulla pagina LinkedIn di Mindwork 3 . Qui tutti i dettagli: https://www.mindwork.it/headon.

 

 

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