disturbi alimentari

Disturbi alimentari: come riconoscerli e prevenirli

11 Marzo 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Le diverse culture umane nel corso dei secoli hanno valorizzato varie tipologie corporee a seconda del contesto storico e sociale imperante; nella nostra epoca la magrezza è purtroppo diventata sinonimo di bellezza e questo ha contribuito, negli ultimi decenni, alla crescita di gravissimi disturbi alimentari, come l’anoressia e la bulimia. Non sarà mai possibile stabilire con certezza quanto il mondo della moda con i suoi irraggiungibili modelli proposti e la generale valorizzazione dell’apparenza a discapito di una sana interiorità abbiamo contribuito a far affermare queste serie patologie, che ormai non riguardano più solo le adolescenti insicure, ma colpiscono sempre più spesso anche donne e uomini adulti.
 Bisogna tuttavia ricordare, per evitare di accanirsi aprioristicamente verso la nostra società e i valori da essa espressi, che i disturbi alimentari hanno in qualche modo accompagnato tutte le epoche e tutte le culture umane, declinandosi di volta in volta in maniera diversa; come non ricordare infatti il “vomitorium” dove gli antichi romani andavano a “liberarsi” o i digiuni ascetici di mistici e futuri santi? Ciò che però fa davvero la differenza fra i tempi antichi e quelli attuali è il dato statistico, che diventa di anno in anno sempre più allarmante, creando non poca confusione in psichiatri ed esperti, che faticano a stabilire quali sono le cause precise che  scatenano queste striscianti patologie.
I disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati da un rapporto malsano con il cibo e si manifestano prevalentemente attraverso due forme, l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa; poiché il percorso di guarigione da queste malattie può essere lungo e doloroso, è fondamentale riuscire a prevenirle e a riconoscerle per tempo. Non va dimenticato inoltre che chi diventa vittima di queste patologie difficilmente lo ammette e c’è una prima fase, chiamata “luna di miele”, in cui addirittura il malato appare iperattivo, felice e soddisfatto della propria vita; proprio per questo non bisogna fidarsi troppo di chi, negando di voler dimagrire, continua vertiginosamente a perdere peso.
Vediamo dunque quali sono i principali sintomi che accompagnano l’insorgere del l’anoressia nervosa: 
– Eccesso di attività fisica.
– Perdita di peso considerevole.
– Interruzione del ciclo mestruale.
– Rifiuto verso molti alimenti che prima si consumavano regolarmente.
– Negazione del problema
– Controllo maniacale delle calorie, della quantità di cibo ecc.
Chi soffre di anoressia é tendenzialmente metodico, perfezionista fino a diventare ossessivo ed  è molto abile nel nascondere la propria condizione; proprio per questo chi é intorno spesso impiega tempo per capire che qualcosa non va e nel frattempo la malattia è diventata grave. Non va dimenticato inoltre che purtroppo nel 10% dei casi l’anoressia diventa fatale; alla luce di ciò diventa chiaro come la prevenzione e il tempestivo intervento siano essenziali per bloccare sul nascere la malattia.
Non certo meno gravi sono i casi di bulimia nervosa, che si differenziano da quelli di anoressia per una maggiore sregolatezza e per l’incapacità di avere controllo sul cibo e sugli impulsi; chi soffre di questa malattia è spesso normopeso e questo non fa altro che rendere più complessa l’identificazione del problema. Vi sono tuttavia dei sintomi ben precisi che accompagnano l’insorgere della bulimia e che andrebbero considerati molto seriamente:
– Alimentazione incontrollata, con l’alternarsi di digiuni e abbuffate.
– Comportamenti purgativi.
– Uso eccessivo di collutorio, mentine e gomme da masticare.
– Nocche e dita segante dall’induzione ripetuta del vomito.
– La persona è costantemente a dieta.
Malgrado la bulimia possa apparire una malattia meno compromettente dell’anoressia, a lungo termine in realtà porta seri disturbi di salute, come l’alterazione del ritmo cardiaco e problemi renali; anche in questo caso quindi diventa fondamentale rivolgersi ad un medico specialista che potrà decidere la terapia migliore.
Il dilagare dei disturbi alimentari sta giustamente facendo riflettere medici, sociologi e gente comune sul ruolo che certi modelli culturali hanno nell’insorgere di queste patologie, al cui centro vi è il rifiuto del proprio corpo in una società che sembra aver fatto del culto del corpo la sua ragione di esistere; a questo riguardo è interessante notare come nei paesi più poveri, come quelli africani ad esempio, questi disturbi siano del tutto assenti, mentre prolificano in Europa e Stati Uniti… Che troppo benessere e narcisismo estetico siano nemici della nostra mente, molto più fragile e complessa di come superficialmente crediamo?