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Babywearing, la consulente spiega i vantaggi e i benefici di portare il bambino in fascia

17 Settembre 2020 - di Claudia Montanari

Il babywearing, pratica antichissima che consiste nel portare il bambino con fasce o supporti, ha numerosi vantaggi e benefici. Favorisce e promuove la fiducia tra genitore e figlio, ricrea l’habitat naturale del piccolo che, abbracciato alla mamma, si sente protetto e al sicuro. Inoltre, permette al genitore di avere le mani libere di muoversi.

Per comprendere meglio i vantaggi del babywearing abbiamo intervistato Ilaria Cardinali, educatrice professionale, laureata in Scienze dell’educazione, professionista del babywearing formata dal Centro Studi Scuola del Portare – Italian Babywearing School e mamma portatrice di due bimbi.

Ilaria, spiegaci in cosa consiste il babywearing

“Potrei risponderti con il mio motto, che è vestirsi d’amore e nutrirsi di benessere. Babywearing vuol dire portare il proprio bambino, e quindi vestirsi d’amore. Ci vestiamo del nostro bambino perché lo portiamo letteralmente indosso con dei supporti, che siano fasce o marsupi. Ci nutriamo di benessere perché questa abitudine fa bene non solo al bambino ma anche a chiunque lo porti, sia per l’autostima che per tante altre caratteristiche psico-fisiche ed emotive”.

Il portare è importante anche per il genitore?

“Il babywearing -spiega Ilaria Cardinali, che sulla sua pagina Facebook dispensa consigli e chicche sull’argomento- è molto importante anche per il genitore, non solo per il bambino.

Ti permette di rafforzare il tuo senso genitoriale e la tua autostima.

Portando il neonato in fascia, avendolo sempre a portata di vista, impari a riconoscere i micro-segnali prima che il bimbo pianga. Faciliti l’allattamento, e previeni tante piccole crisi come le coliche o il pianto da fame, grazie all’aumento dell’ossitocina e delle endorfine provocate dal contatto”.

Inoltre, non bisogna sottovalutare il fatto che, portando il bambino, hai sempre le mani libere di muoverti:

“In questo modo, il genitore può occuparsi di cose che, tenendo il bambino in braccio, non potrebbe occuparsi come per esempio passare l’aspirapolvere, fare la spesa o lavorare al pc”.

Perché è importante affidarsi a una consulente del babywearing?

“Innanzitutto, è una professionista che si è formata attraverso una scuola. Nel suo percorso professionale ha imparato non solo le tecniche di legatura ma anche il modo migliore per spiegare queste legature al genitore che si avvicina al babywearing.

Durante la formazione, la consulente apprende le varie fasi dello sviluppo del bambino e come queste si possano applicare alle tecniche del portare. Inoltre, studia i diversi tessuti delle fasce, analizzando le diverse caratteristiche di ognuna”.

La consulente insegna la tecnica del portare e accompagna i genitori in tutto il percorso. Osserva il bambino, ascolta le necessità del genitore e cerca la legatura migliore.

Se per esempio la mamma ha bisogno di avere le mani libere con una legatura veloce ma io consulente mi accorgo che il bambino quella legatura non la gradisce, potrò consigliare un tipo di legatura diversa che vada incontro alle esigenze di tutti e due”.

Inoltre, la consulente segue il genitore per tutto il percorso babywearing, sa come portare in sicurezza e cerca di insegnare al genitore il modo più sicuro per portare il bambino”.

Spiegaci le diverse posizioni del babywearing

“Puoi portare il bambino in diverse posizioni. Si chiama il percorso portato, come lo chiamiamo noi consulenti. Parte dal davanti, cuore a cuore, si passa poi sul fianco e poi sulla schiena.

Non sono tappe obbligate, ognuno ha il suo percorso. Per esempio, ho avuto esperienza di bambini che non vogliono essere portati sulla schiena e preferiscono sul fianco, altri bambini fanno direttamente il passaggio da cuore a cuore alla schiena.

In generale però il portare segue lo sviluppo psico-motorio del bambino e anche il fisico del genitore.

Fasce e supporti non sono tutti uguali. Spiegaci le differenze e svelaci se uno è migliore di un altro

“Fasce e supporti sono molto diversi tra loro. Non vi è un modello migliore rispetto a un altro, tutto dipende da come si trova il genitore e il bambino.

In generale, possiamo dire che esistono supporti strutturati (marsupi) supporti semistrutturati (mei tai) e supporti non strutturati (fasce senza inserti).

Non vi è un modello migliore rispetto a un altro, tutto dipende da come si trova il genitore e il bambino. Posso dire che alcuni supporti sono più versatili di altri. Per esempio c’è la fascia tessuta, molto amata da chi porta in quanto ci si può fare tutto il percorso perché molto versatile e adatta a tutte le legature”.

Qual è uno degli aspetti più belli del babywearing?

“Ci sono tanti aspetti meravigliosi nel portare il bambino. Sicuramente, il fatto che si crea una vera e propria relazione tra il bimbo e chi lo porta, che non deve essere necessariamente la mamma o il papà ma chiunque decida di portarlo.

Si instaura un rapporto unico, che non riguarda solo una cosa di praticità. Anche se molti si avvicinano al modo del babywearing per la praticità, infatti, è molto importante tutto ciò che ne deriva.

Il fatto di tenere il bimbo alla tua altezza mentre vai a fare la spesa, per esempio, gli dà l’occasione di vedere le cose con i tuoi occhi. Inoltre, in questo modo ha l’opportunità di socializzare insieme a te, si incuriosisce e si interessa alle cose che gli stanno intorno”.

di Claudia Montanari

Ilaria Cardinali, consulente babywearing, mentre spiega a una mamma una tecnica di legatura