Zara Tindall, che ha rotto il tabù dell'aborto prima di Meghan Markle

Zara Tindall, che ha rotto il tabù dell’aborto prima di Meghan Markle

27 Novembre 2020 - di Silvia_Di_Pasquale

Meghan Markle ha parlato della perdita del suo secondo figlio in un lungo editoriale per il New York Times.

Una lettera pubblicata in occasione del Thanksgiving, in cui la duchessa del Sussex affronta apertamente il dolore che hanno vissuto lei e il marito lo scorso luglio.

L’ex attrice ha rotto un tabù troppo spesso tenuto seppellito dalle donne stesse, quello dell’aborto spontaneo, ma in realtà non è stata la prima nobile a farlo.

Anche Zara Tindall, figlia della principessa Anna, aveva rivelato di aver perso due bambini in seguito alla nascita della figlia maggiore.

Zara e il marito Mike, che sono diventati genitori di Mia nel 2014, hanno rivelato a dicembre 2016 che avevano vissuto l’esperienza dell’aborto spontaneo.

Due anni dopo, in un’intervista al Sunday Times, Zara, che ora ha 39 anni, ha parlato della devastazione della perdita e ha rivelato di aver subito un secondo aborto prima di rimanere incinta della figlia Lena.

Zara ha detto che la parte più difficile del suo primo aborto spontaneo è stata dover raccontare quanto accaduto al mondo perché la notizia della gravidanza era stata resa pubblica.

La campionessa di equitazione ha detto che suo fratello maggiore Peter Phillips era molto “protettivo” nei suoi confronti e “preoccupato”, così come suo marito Mike, quando ha dovuto affrontare di nuovo una seconda perdita.

La lettera di Meghan Markle al Nyt.

La duchessa del Sussex ha detto di aver perso il suo secondo figlio dopo aver sentito un “forte crampo” mentre cambiava il pannolino di suo figlio Archie a luglio.

“Ho saputo in un momento in cui stringevo fra le braccia il mio primo bambino che stavo perdendo il secondo”, ha scritto Meghan. Poi ancora:

“Alcune ore più tardi ero stesa in ospedale, tenendo la mano di mio marito”.

“Avevamo entrambi il volto bagnato dalle lacrime. E guardando i freddi muri bianchi della stanza ho cercato d’immaginare come avremmo mai potuto rimarginare il senso di quella perdita”.