Amal Clooney difende la giornalista Maria Ressa e attacca il governo filippino

Amal Clooney difende la giornalista Maria Ressa e attacca il governo filippino

22 Gennaio 2021 - di Silvia_Di_Pasquale

Amal Clooney ha accusato il governo filippino di aver orchestrato una “farsa legale” contro la giornalista Maria Ressa, accusata di diffamazione informatica per la terza volta.

Una “campagna sempre più trasparente” per mettere a tacere Ressa, nominata Persona dell’Anno da Time Magazine nel 2018.

L’avvocato libanese-britannico guida un team di avvocati internazionali che rappresentano Ressa.

Amal Clooney ha affermato, riferisce il Guardian online, che siamo ora di fronte al “decimo mandato d’arresto emesso contro la signora Ressa.

La terza accusa per diffamazione per una storia di interesse pubblico” e questo, ha aggiunto, “è l’ultimo passo nella campagna sempre più trasparente del governo filippino per zittirla e chiudere il suo sito di notizie, proprio come hanno chiuso la principale emittente televisiva del paese”.

Maria Ressa al Festival di giornalismo nel 2019.

La giornalista filippina è intervenuta al Festival di giornalismo di Perugia nel 2019.

In quell’occasione Ressa ha parlato del sistema di corruzione che coinvolge il governo autoritario di Duterte.

“Penso che sia un momento molto pericoloso per i giornalisti in molte parti del mondo e dobbiamo lottare con le unghie e con i denti per difendere la libertà di informazione”. 

“Le donne nelle Filippine sono prese di mira 10 volte di più degli uomini. Alimentano la misoginia, degradano le donne come oggetti sessuali”.

“Nel momento in cui questo succede, non hai la credibilità necessaria ed è difficile combattere. Io sono stata definita come qualsiasi animale a cui si possa pensare”.

“Noi giornalisti dobbiamo però unirci in tutto il mondo e studiare strategie per contrastare i nuovi sistemi di attacco messi in campo dal potere”.

Ressa, tra i giornalisti più influenti delle Filippine, deve già affrontare una serie di accuse legali per le quali rischia fino a 100 anni di carcere.