Usa, 17enne malata di cancro costretta a fare la chemio contro sua volontà

Usa, 17enne malata di cancro costretta a fare la chemio contro sua volontà

7 Gennaio 2015 - di Silvia_Di_Pasquale

CONNECTICUT (USA) – 17enne malata di cancro costretta a fare la chemio contro la sua volontà. Lei si chiama Cassandra ed è affetta dal linfoma di Hodgkin. La giovane sta portando avanti una battaglia legale senza precedenti, che punta ad affermare il diritto di decidere ciò che fare del suo corpo.

Alla ragazza è stato diagnosticato il tumore lo scorso settembre. Da allora il Dipartimento dei bambini e della famiglia del Connecticut (Dcg) la sta costringendo a sottoporsi a chemioterapia, nonostante dopo appena due sedute l’adolescente abbia deciso, con l’appoggio della madre, di sospendere il trattamento.

Per i funzionari del dipartimento Cassandra dovrebbe ovviamente continuare le cure, dopo le quali la giovane avrebbe circa l’80-85% di probabilità in più di sopravvivere.

“Dopo un’udienza in cui sono stati ascoltati i dottori di Cassandra, il giudice ha ordinato di portare via da casa sua la ragazza e di tenerla sotto la custodia del Dipartimento”, si legge in alcuni documenti del tribunale.

La corte ha dunque autorizzato il Dfc a prendere tutte le decisioni sanitarie necessarie per conto della 17enne. La pensano diversamente Cassandra e la madre, che considerano le cure forzate una violazione dei loro diritti. Questo è il motivo per cui hanno deciso di fare ricorso contro la sentenza in aula.

“E’ in gioco il diritto costituzionale di decidere in merito a cosa accade al proprio corpo, un fatto che il governo non può controllare”, ha commentato l’avvocato della madre di Cassandra, Michael Taylor.

La difesa del legale si basa sul principio del “minore maturo”: esso stabilisce che il tribunale deve prima di tutto verificare se il minore sia maturo o meno per prendere decisioni mediche in prima persona. Sulla questione si pronuncerà il prossimo giovedì il massimo organo giudiziario del Connecticut.

“Né la Corte Suprema dello Stato – specifica il legale -, né la Corte Suprema degli Stati Uniti, si sono mai pronunciate sulla questione. Quindi è molto importante non solo per la nostra cliente, ma per la legge in generale”.