Roma, genitore 1 e genitore 2: liceo Mamiani, addio mamma e papà. È polemica

Roma, genitore 1 e genitore 2: liceo Mamiani, addio mamma e papà. È bufera

14 Novembre 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Genitore 1 e genitore 2 al posto della dicitura “mamma e papà”. Accade per la prima volta al liceo Terenzio Mamiani di Roma dove la preside Tiziana Sallusti, in barba alle numerose polemiche, ha fatto sostituire nel libretto di giustificazioni i termini consueti con quelli di «genitore 1» e «genitore 2».

La notizia fa discutere anche perché il liceo non è proprio una scuola qualunque a Roma: il Mamiani è da sempre il “liceo simbolo” della capitale, quello della “borghesia di Prati”, della Roma bene progressista. Una scuola che vanta, tra i suoi ex alunni, premi nobel come Emilio Segrè e attori e registi famosi come i fratelli Muccino, ma anche Nicola Piovani, Alterio Spinelli. Insomma, il guanto di sfida lanciato dalla preside Sallusti non è cosa trascurabile.

In realtà la sostituzione di “genitore 1 e genitore 2” sul libretto di giustificazioni negli Stati Uniti è prassi già dal 2011. In Francia il presidente François Hollande ha seguito l’iniziativa ma in Italia è da tempo un tema controverso.

Già a Venezia il consigliere comunale Seibezzi aveva provato a proporre la questione, accantonandola però in fretta dopo il parere negativo di un po’ tutte le forze politiche. Ci ha pensato la preside di uno dei più importanti licei romani a riaprire la polemica.

Secondo la preside del Mamiani, tuttavia, la cosa non è altro che “qualcosa di naturale  nel pieno rispetto del diritto di famiglia”. Anzi, in base a ciò che ha detto la preside, sarebbero state le stesse famiglie a richiedere la sostituzione: anche perché, come ha precisato, non è utile far finta di non capire che «la famiglia ormai è cambiata, tanto che la metà degli studenti vive in nuclei allargati».

Le critiche ovviamente non sono tardate ad arrivare, critiche a cui la preside sembra dare poca importanza. Come si legge su Repubblica infatti:

“«Se la famiglia è naturale, tanto meglio. Ma si deve tenere conto di ogni situazione. Invece di fare critiche — tuona Sallusti — i politici dovrebbero occuparsi di fare politiche davvero a sostegno della famiglia». Ma cos’è una famiglia? «Chi vive sotto lo stesso tetto prendendosi cura l’uno dell’altro. Ai ragazzi, quando sono amati, queste quisquilie interessano poco»”. 

Per la preside questa nuova iniziativa non è affatto un modo per svilire il concetto di famiglia ma solo un segnale di civiltà:

“L’iniziativa è motivata proprio da un grande rispetto per tutti i tipi di famiglie. Non parlo solo di quelle con genitori dello stesso sesso, ma dei moltissimi alunni con genitori separati o divorziati. C’è chi ha un nuovo compagno che si occupa del ragazzo come un padre o una madre. Per non parlare degli studenti orfani”.

Secondo Sallusti questo è solo un modo per tutelare tutte quelle «realtà delicate» per le quali si è resa necessaria una formula generica che potesse evitare discriminazioni o che «mettesse in difficoltà qualcuno»”.

In fondo, la preside fa un esempio semplice e lampante:

“Quando uno studente si ammala e vuole andare a casa, se a prenderlo arriva il nuovo compagno della madre, dopo aver correttamente lasciato in segreteria gli estremi di un documento e che a tutti gli effetti, insieme alla madre, si occupa del ragazzo, non bisogna lasciarglielo portare via?”

Per la preside la cosa importante non soon le critiche, ma che lo studente sia tutelato nel migliore dei modi indipendentemente dalla dicitura scritta sul libretto di giustifciazioni. Come si legge su il Messaggero, Sallusti non sa se al Mamiani siano presenti genitori gay:

“Non lo so, ma non possiamo farci trovare impreparati qualora in futuro accadesse”.

Per questo motivo, spiega:

“Ho fatto rifare i libretti appena mi sono insediata, tre anni fa e non so se ho innovato o meno. Non sapevo neanche che il Mamiani sarebbe stato il primo liceo a fare una cosa del genere a Roma”. 

E di tutto questo cosa ne pensano gli studenti? Si legge su il Messaggero:

“«Per noi non è stato un grande cambiamento – spiega Francesco, 16 anni – i miei genitori neanche l’hanno notato quando sono andati in segreteria a ritirare il nuovo libretto. Hanno firmato e basta. Sono stato io ad avvertirli della novità». Molto spesso poi, raccontano altri alunni, lo spazio riservato al cosiddetto “genitore 2″ finisce per essere occupato dagli studenti che, una volta diventati maggiorenni, possono ”autografarsi” le giustificazioni. «La mia firma autenticata – spiega Chiara Buonopera, 18 anni – è stata inserita nella casella destinata al secondo genitore. Questo per dire che nessuno fa molto caso alle scritte sul libretto»”.