Latte materno venduto online: attenzione alle truffe

Latte materno venduto online: attenzione alle truffe

7 Aprile 2015 - di Claudia Montanari

ROMA – Commercio di latte materno su internet, un vero e proprio business da cui stare molto attenti perché a volte viene venduto mescolato a quello di mucca e spesso risulta contaminato. Secondo recenti scoperte dei ricercatori  del Nationwide Children’s Hospital di Columbus (Stati Uniti), una marca di latte materno su dieci contiene elevate quantità di latte di mucca. Nei siti come onlythebreast.com e eatsonfeet.org le donne vendono il proprio latte vantando qualità come “la cremosità” i il ritmo di crescita dei loro “torelli”, offrendo il prodotto a prezzi che raggiungono i 100 euro al litro.

Ad occuparsi del fenomeno in crescita è Elena Dusi che su Repubblica scrive:

“Nei siti di compravendita “l’oro bianco” viene infatti spesso contaminato da batteri, mescolato con latte di mucca o latte in polvere. I due articoli pubblicati sulle riviste Bmj e Pediatrics nel giro di una settimana dovrebbero dissuadere anche le più determinate fra le donne che vogliono nutrire i propri figli con latte umano a tutti i costi. Ma l’allerta viene rivolto anche ai body builder che cercano di sfruttare le proprietà nutritive del latte di donna per aumentare la muscolatura”

Il mercato che sta impazzando su Internet rischia di diventare un fenomeno anche in Italia dove oggi -si legge su Repubblica- 32 banche pubbliche in altrettanti ospedali lottano per soddisfare le necessità dei circa 6mila bambini prematuri che nascono ogni anno nel nostro Paese:

“Sia la donazione che la somministrazione da noi avvengono senza scambio di denaro. Nel 2012 grazie alle banche del latte 975 madri hanno fornito agli ospedali 9.448 litri e proprio pochi giorni fa l’ospedale pediatrico romano Bambin Gesù ha deciso di dare un riconoscimento simbolico alle proprie mamme donatrici, con una cerimonia all’interno della fiera Dieta Live”

Secondo recenti scoperte dei ricercatori  del Nationwide Children’s Hospital di Columbus, un campione su dieci fra quelli smerciati e consegnati per posta in borse di ghiaccio contengono tracce di latte bovino (che può causare allergia) o latte formulato (che può essere acquistato in farmacia a prezzi decisamente più contenuti):

“In alcune bottigliette il latte di mucca arrivava al 50 per cento del contenuto totale. La stima è che circa 55mila mamme nei paesi anglosassoni vendano e comprino il loro latte online, quasi 40mila in più rispetto alla ricerca condotta dagli stessi ricercatori tre anni fa. Oltre alla vendita diretta tramite i siti, le mamme americane possono spedire il loro latte a banche private, che lo trattano e a loro volta lo rivendono a ospedali o ad altre mamme, ma a prezzi ovviamente superiori. Il timore che la cessione a fine di lucro possa tra l’altro compromettere la donazione agli ospedali dovrebbe spingere presto la Food and Drug Administration (l’ente che regola l’immissione di cibo e medicinali negli Stati Uniti) a mettere i freni a un mercato che per il momento è completamente abbandonato a se stesso. Se anche il latte di mamma è stato trasformato in business d’altronde è proprio grazie alle sue virtù. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di allattare i figli per almeno sei mesi, ma preferibilmente fino al primo compleanno. A metà marzo uno studio brasiliano pubblicato sulla rivista The Lancet ha addirittura legato l’alimentazione con latte materno a un aumento del quoziente intellettivo del bambino e all’entità della sua futura busta paga. Ecco perché le madri che non possono allattare o non hanno una produzione sufficiente dai loro seni ricorrono alla roulette di Internet prima ancora che al latte in polvere della farmacia”