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Depressione in gravidanza: aggravata da crisi e da disoccupazione

4 Dicembre 2012 - di Claudia Montanari

MILANO – Le neo mamme con depressione avrebbero un “identikit”: circa 34enni, con una buona istruzione, coniugate/conviventi, di stato sociale medio e in gravidanza con complicazioni, con precedenti episodi di ansia e depressione, a cui si aggiungono scarso supporto da parte del partner, della famiglia e degli amici e, soprattutto, disoccupazione.

Ad annunciarlo, una ricerca svolta fra il 2008 e il 2011 in Lombardia presentata da Claudio Mencacci, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano, che conferma come la depressione in gravidanza sia aggravata dalla crisi economica.

Mencacci ha sottolineato che lo studio ha coinvolto 367 donne con depressione perinatale, di cui 189 donne in gravidanza e 178 nel post partum. ”Il profilo emerso conferma dunque l’importanza della patologia pregressa e del sostegno lavorativo e familiare” ha affermato lo psichiatra.

E le donne immigrate, soprattutto quelle di recente immigrazione, sono più esposte alla depressione in quanto presentano maggiori fattori di rischio. Tra questi lo stress derivante dal processo di acculturazione, le difficoltà linguistiche e culturali che limitano l’accessibilità ai servizi sanitari e sociali, la mancanza di un supporto familiare. In Italia il 16% delle donne presenta durante questo momento della vita disturbi dell’umore (tra 55mila e le 80mila). Ma si tratta di darti arrotondati per difetto.

Per questo è nata “A Smile for Moms” (Un sorriso per le mamme), iniziativa promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (Onda). Il Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano è uno dei sei ospedali di eccellenza che aderiscono al Progetto, il cui obiettivo è non solo condurre ricerca e sperimentazione in tema di salute mentale, ma offrire alle donne aiuto, servizi, centri di ascolto e ai medici strumenti per l’identificazione precoce della sintomatologia. Le donne affette da questi disturbi, se sostenute preventivamente, ”rispondono infatti con successo – dice Mencacci – alle terapie nel 90% dei casi”. ”Un ritardo diagnostico di un disturbo dell’umore, dall’ ansia alla depressione – dice Francesca Merzagora, Presidente di Onda – può avere importanti ripercussioni sulla donna e sul nascituro. Per questo Onda ha messo in rete i primi 6 Centri di riferimento (Milano, Torino, Pisa, Napoli, Catania e Ancona), considerati un’eccellenza nella cura di questa patologia. Per ogni altra informazione, è a disposizione di tutte le mamme un sito internet dedicato (www.depressionepostpartum.it).