Disturbi alimentari e gravidanza: 70% in più rischio parti prematuri

Virus sinciziale nei bimbi, vaccino alla mamma riduce il rischio dell’84%

29 Aprile 2022 - di Claudia Montanari

Virus sinciziale, la vaccinazione in gravidanza fornisce anticorpi anche al bambino, che sarà protetto nei primi mesi di vita. Un vaccino somministrato alla mamma nell’ultimo trimestre di gravidanza è in grado di proteggere il bambino dal virus respiratorio sinciziale nei primi mesi di vita, riducendo il rischio di malattia di oltre l’80%. È quanto emerge da una sperimentazione su un candidato vaccino di Pfizer (denominato RSVpreF) i cui risultati sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.

Virus sinciziale e vaccino, lo studio

Lo studio si basa sui dati di circa 400 donne che hanno ricevuto il vaccino tra la ventiquattresima e la trentaseiesima settimana di gravidanza. La ricerca ha confermato la sicurezza del prodotto, che non comportava rischi particolari per la mamma né per il nascituro. Sono stati riscontrati inoltre alti livelli di anticorpi neutralizzanti contro il virus respiratorio sinciziale sia nel siero delle donne, sia nel sangue estratto dal cordone ombelicale del bambini.

Buoni anche i dati sull’efficacia. I ricercatori hanno seguito dopo la nascita i figli di donne vaccinate riscontrando 3 sole infezioni da virus respiratorio sinciziale, di cui 1 grave su 405 bambini monitorati. Nel gruppo di controllo, che contava 103 bambini, le infezioni sono state 5, 3 delle quali in forma severa. Secondo l’analisi dei ricercatori, questi dati corrispondono a una riduzione dell’84,7% del rischio di infezione e del 91,5% delle forme severe tra i vaccinati.

“I dati sierologici e di efficacia iniziale suggeriscono che la vaccinazione materna con il vaccino RSVpreF durante la gravidanza ha la capacità di proteggere i bambini dall’infezione da virus respiratorio sinciziale fino ai primi 6 mesi di vita”, scrivono i ricercatori.

A inizio marzo, il vaccino ha ricevuto dalla Food and Drug Administration americana la designazione di Breakthrough Therapy, che consente un’accelerazione delle procedure di sviluppo e di valutazione in vista di un’eventuale approvazione.