Se lo specialista conosce il medico di base il paziente è curato meglio

Se lo specialista conosce il medico di base il paziente è curato meglio

4 Gennaio 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Se lo specialista conosce il medico di base il paziente è curato meglio. Il rapporto tra queste due figure può essere alla base di una buona guarigione della persona malata. Non sempre però uno indirizza all’altro. Sarebbe invece molto utile. Lo evidenzia uno studio pubblicato sulla rivista Jama Internal Medicine. La ricerca svela che per il paziente va meglio quando il medico di base che ha prescritto una visita specialistica conosce lo specialista di riferimento. Condotto da Maximiliam Pany, lo studio svela che lo specialista si impegna al massimo, comunica più semplicemente ed efficacemente con il paziente e offre cure di migliore qualità quando ha uno stretto rapporto con il medico di medicina generale che ha indirizzato il suo paziente presso di lui.

L’analisi si basa sulle cartelle cliniche elettroniche di oltre 8.600 pazienti indirizzati dai loro medici di base a consultare uno specialista tra il 2016 e il 2019. Tutti gli invii sono avvenuti in un grande sistema sanitario accademico quale è quello connesso alla prestigiosa Harvard. I ricercatori hanno confrontato le valutazioni dei pazienti sull’assistenza specialistica tra due gruppi di pazienti – quelli visitati da uno specialista che si è formato insieme al medico di base del paziente durante la scuola di medicina o i programmi post-laurea, e i pazienti dello stesso medico di medicina generale visitati da uno specialista che non si è formato con lui – confrontando al contempo le prestazioni dello specialista verso un gruppo di pazienti di altri medici di medicina generale senza legami con lui.

Ebbene lo specialista si comporta diversamente e offre cure migliori se il paziente è stato indirizzato a lui da un medico di base di sua conoscenza. I risultati suggeriscono che le strategie che incoraggiano la formazione di relazioni paritarie più forti tra i medici potrebbero portare a miglioramenti significativi nella qualità dell’assistenza ai pazienti, hanno detto gli autori. FONTE: ANSA.