correre sulla sabbia

Fibrillazione atriale, dall’esercizio fisico un aiuto contro il “cuore ballerino”

25 Agosto 2021 - di Claudia Montanari

Un aiuto contro un ritmo del cuore ‘ballerino’ può arrivare dall’attività fisica. Contro la fibrillazione atriale, un disturbo del ritmo cardiaco che fa battere il cuore velocemente e in modo irregolare, e le cui manifestazioni principali sono palpitazioni, mancanza di respiro, stordimento e affaticamento, un programma di esercizi di sei mesi aiuta a mantenere il normale ritmo cardiaco e riduce la gravità dei sintomi nei pazienti. Lo rileva una ricerca dell’Università di Adelaide, in Australia, presentata all’edizione 2021 virtuale del congresso Esc, della Società europea di cardiologia.

Fibrillazione e esercizio fisico, lo studio nel dettaglio

La fibrillazione atriale ha una prevalenza globale in costante aumento: si stima che superi i 30 milioni di persone. Lo studio australiano ha assegnato in modo casuale 120 pazienti con malattia sintomatica a un intervento di esercizio o a cure abituali per sei mesi. L’intervento includeva esercizio supervisionato (settimanale per tre mesi, quindi quindicinale per altri tre) e un piano settimanale individualizzato da seguire a casa. Nel corso dei sei mesi l’obiettivo era aumentare l’esercizio aerobico fino a 3,5 ore alla settimana. I partecipanti che hanno svolto la funzione di gruppo di controllo hanno invece ricevuto consigli sull’esercizio ma nessun intervento attivo e tutti i pazienti hanno ricevuto le consuete cure mediche dal cardiologo.

Secondo i risultati, coloro che avevano svolto gli esercizi, avevano una significativa riduzione della gravità dei sintomi a 12 mesi rispetto al gruppo di controllo. “Ciò significa – evidenzia Adrian Elliott, autore della ricerca – che i pazienti hanno riportato palpitazioni meno gravi, meno mancanza di respiro e affaticamento.

Non solo. Dall’analisi è emerso che un numero maggiore di pazienti nel gruppo che ha fatto gli esercizi potrebbe mantenere un ritmo cardiaco normale senza bisogno di interventi invasivi o uso continuato di farmaci”. “Come guida generale – conclude – i pazienti dovrebbero sforzarsi di svolgere fino a 3,5 ore a settimana di esercizio aerobico. E incorporare alcune attività di maggiore intensità per migliorare la forma cardiorespiratoria”.

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