
Cancro alla prostata, cosa può dimezzare il rischio
Il tumore alla prostata solo nel 2018 ha fatto registrare in Italia 35.000 nuove diagnosi. E’ il cancro maschile più frequente ma oltre il 90% dei malati riesce a sconfiggerlo. Oltre il 20% dei tumori è diagnosticato a partire dai 50 anni d’età. Ma non bisogna mai sottovalutare la prevenzione: l’esercizio fisico può ridurre il rischio fino al 51%. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato sull’International Journal of Epidemiology.
Come si legge sul Daily Mail, la dottoressa Sarah Lewis, autrice principale dello studio, ha dichiarato: “La maggior parte degli uomini in questo studio aveva più di 50 anni e possiamo presumere che non fossero tutti corridori di maratone. I nostri risultati suggeriscono che più sei attivo, meglio è. Raccomandiamo che gli uomini siano fisicamente attivi più che possono. Le nostre prove suggeriscono che essere attivi è un benefico in termini di rischio di cancro alla prostata. Ma non deve essere un’attività vigorosa o praticare sport di squadra, devi solo muoverti. Essere attivi potrebbe significare qualcosa come giardinaggio, camminata o altre attività che puoi integrare nella tua routine quotidiana”.
Per sconfiggere il tumore della prostata, oltre alla chirurgia radicale, laparoscopica e robotica, la tecnica dall’ablazione laser sta avanzando con risultati definiti eccellenti. “Tra 3-4 anni questa soluzione sarà fortemente sviluppata, per gli evidenti vantaggi che offre per garantire al paziente una buona qualità di vita sessuale e fisiologica”, ha spiegato il professor Massimo Porena, copresidente del congresso, tra i fondatori della società scientifica Sicgem.
“Valuteremo – ha proseguito – se l’ablazione laser, ora attuata per i cosiddetti tumori indolenti, con necessità di biopsie ricorrenti, potrà essere estesa a quei pazienti non selezionabili per la chirurgia radicale”. Una delle ultime novità per il trattamento del tumore è la terapia fotodinamica, l’uso del laser per bruciarlo senza danneggiare continenza urinaria e potenza sessuale. La tecnica, secondo gli studi, riduce il rischio di sviluppare tumori di grado superiore.