Convivenza ai tempi del coronavirus, come sopravvivere: i consigli della psicologa

Convivenza ai tempi del coronavirus, come sopravvivere: i consigli della psicologa

28 Aprile 2020 - di Silvia_Di_Pasquale

In questi mesi di quarantena le coppie sono state messe a dura prova dalla convivenza “forzata”, messa in atto per scongiurare il diffondersi del coronavirus.

L’isolamento dal resto della società ha portato chi convive a muoversi e reinventarsi esclusivamente all’interno dell’ambiente domestico. Ma a che prezzo?

La convivenza per molti è degenerata in momenti di crisi, caratterizzati da confronti accesi (nel migliore dei casi) oppure liti violente.

Ne abbiamo parlato con la psicologa e psicoterapeuta Paola Sacchetti, che ci ha dato dei consigli pratici per sopravvivere a questa insolita fase della vita di coppia.

Convivenza ai tempi dell’isolamento.

-Dottoressa, parlando di convivenza continua e forzata, necessaria in questa fase di quarantena, può concretamente danneggiare un rapporto di coppia?

PS: “La questione è complessa infatti l’impatto che il Covid 19 può avere in un rapporto di coppia varia dallo stato di flessibilità della coppia, dal suo livello di resilienza, termine che si usa in psicologia per indicare la capacità dell’individuo di essere flessibile a delle condizioni difficili trovando nuovi equilibri e risposte adattive.

Nei periodi difficili come questo possono presentarsi tensioni nella coppia legate al momento difficile dall’esito incerto e dalle condivisioni di nuove condizioni di convivenza.

Tra gli aspetti psicologici più importanti vi è un cambiamento delle proprie abitudini e delle proprie routine e una condizione prolungata all’uso di misure di distanziamento fisico necessarie per evitare i contatti.

Tutti aspetti che possono inclinare un rapporto di coppia. A volte  infatti dalla distanza fisica si può passare a quella emotiva e i cambiamenti possono attivare nuove forme di disagio.

Ogni cambiamento comporta infatti la costruzione di nuovi equilibri con la formulazione di nuovi obiettivi e quindi l’utilizzo di nuove energie.

In tal caso può accadere che una coppia con buoni equilibri e capacità di dialogo e ascolto possa ritrovarsi impegnandosi a creare nuovi processi di resilienza.

Questo isolamento forzato può portare a una ristrutturazione del “Noi” in cui esprimere le proprie paure e ansie di fronte a questo scenario di cambiamenti e coltivare interessi e obiettivi comuni”.

Cosa non fare quando si discute.

-Qual è la prima cosa che non bisogna fare se si ha un confronto acceso con il partner durante l’ isolamento?

PS: “Quando il periodo di quarantena può attivare conflitti e contrasti è necessario non colpevolizzare l’altro, evitare di fare supposizioni o assumere un atteggiamento evitante o di chiusura soprattutto se si lavora entrambi da casa o se si hanno ambienti condivisi.  

L’atteggiamento da evitare è procedere con interminabili discussioni con il tentativo di far ricadere le responsabilità sull’altro e creare tensioni in famiglia, soprattutto se si hanno figli ancora piccoli.

La colpevolizzazione è una delle armi che si usa più frequentemente durante un confronto acceso, con lo scopo di assumere una posizione di superiorità e attivare nell’altro un senso di colpa che lo porterà ad azioni di sottomissione.

Questi aspetti possono aumentare incomprensioni e fraintendimenti  facendo emergere un senso di solitudine pur avendo il partner a pochi metri di distanza.

Impostare una discussione usando silenzi o comportamenti difensivi può accentuare il conflitto e rendere la convivenza forzata una fonte di sofferenza causando ripercussioni anche sul clima familiare.

E’ importante invece chiedere un chiarimento utilizzando una comunicazione empatica e assertiva con l’intento di creare un dialogo strategico a risolvere il conflitto.

E’ fondamentale inoltre cercare di capire il messaggio dell’altro e rispondere in modo efficace per esempio con un’espressione seguente: ‘Puoi essere più chiaro su questo punto?.

Parlare è fondamentale per non lasciare nulla in sospeso e aprirsi a una comunicazione più intima.

Un’altra formula può essere quella in cui si esprime al partner la SITUAZIONE O IL FATTO ‘Quando tu…’ esprimere l’EMOZIONE ‘io mi sento…’ e la RICHIESTA ‘e ti chiedo o mi aspetto…'”.

-Ritiene che questo tipo di convivenza possa far emergere problemi pregressi nella coppia, che invece in fase ordinaria erano sommersi?

PS: “A mio parere può accadere nelle coppie che hanno trovato come soluzione il ‘far finta di nulla’.

In tal caso la convivenza forzata diventa stritolante con il rischio di rompere in modo traumatico e indelebile certi fragili equilibri creati nel tempo che vanno cosi a compromettere un legame in crisi.

A volte il tram tram della vita quotidiana aiuta a mantenere la coppia in equilibrio e la pausa forzata interrompe questo processo.

In ogni caso, l’aspetto importante è riconoscere i sintomi di una crisi e avere la volontà di comprendere i fattori che sono alla base delle incomprensioni partendo dal fatto che il litigio rappresenta il sintomo del disagio e non la causa in sé”.

-Questo momento che stiamo vivendo va considerato attendibile per capire la persona che abbiamo davanti?

PS: “Non necessariamente. Il  focus può essere rivolto a osservare come il partner reagisce davanti alla particolarità del periodo che stiamo vivendo. Ma la coppia è caratterizzata da momenti di crisi durante il suo sviluppo e ogni partner ha potuto conoscere i valori, i principi che hanno mosso l’altro”. 

Il limite che non bisogna superare.

-Escludendo qualsiasi forma di violenza e soffermandoci sulla ‘semplice’ litigata con il partner: qual è il limite che non bisogna mai reciprocamente superare?

PS: “Il conflitto di coppia porta spesso a scontrarsi con l’altro. Il litigio è quel momento in cui scopri che l’altro è diverso da te e lo percepisci come un nemico.

Porsi in maniera aggressiva nei confronti del partner e ritenerlo responsabile della situazione emotiva è sbagliato.

Molto spesso il litigio porta ad assumere un atteggiamento di sfiducia, di delusione e di frustrazione.

Alcune coppie manifestano il proprio malessere attraverso una forma di rabbia che porta a ferire verbalmente l’altro.

Nei rapporti umani il litigio è normale ma è sbagliato scaricare la propria frustrazione sul partner e non essere in grado di gestire i propri stati di rabbia”.

La convivenza forzata è tema di analisi.

-Ha notato un aumento significativo dei problemi relativi al rapporto di coppia tra le persone che si confrontano con lei quotidianamente?

PS: “Le persone che mi stanno contattando in questo momento di emergenza vivono lo stravolgimento che questo virus ha portato nella coppia inasprendo conflitti e incomprensioni e creando malessere nella convivenza.

Durante le sedute di psicoterapia di coppia ricordo che quello spazio è il ‘momento dell’ impegno’ e di energia che ci vuole costantemente per confrontarsi e capire i reali bisogni della coppia. 

Purtroppo in questa fase di emergenza tante cose che prima erano scontate ora non lo sono più.

In terapia ci si trova a confrontarci cercando di capire cosa lascerà alla coppia in eredità questo momento e quali risorse o energie possiede la variabile ‘noi’ per riadattarsi e funzionare di fronte a questa nuova fase dell’emergenza. In sostanza come convivere in una anomala condizione virtuale”.

Silvia Di Pasquale.

(Foto in evidenza: congerdesign da Pixabay)

Per contattare la dott.ssa Paola Sacchetti:

Mail—> p.sacchetti06@gmail.com

Cellulare—>3479084363