Pier Luigi Bersani campagna elettorale

Bersani, Pd: “Basta campagne elettorali cabaret. Noi parleremo degli italiani”

18 Gennaio 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Dopo giorni e giorni di frecciatine e scaramucce tra Mario Monti e Silvio Berlusconi, a prendere la parola questa volta e Pier Luigi Bersani al teatro Ambra Jovinelli di Roma incontrando i giovani che votano per la prima volta: “Stiamo assistendo a una campagna elettorale fuori dai binari, non mi piace, noi non ci staremo in una campagna fatta di politicismi e cabaret” dice il segretario del Pd. “Sono abbastanza stanco di dover essere registrato: io, Monti, la desistenza, il Senato, la Camera. Sono allibito che ci sia questo cabaret”. ”Noi – scandisce – parleremo testardamente dell’Italia e degli italiani”.

Incalza poi sui propri obiettivi: ”Ora vi facciamo vedere cosa abbiamo fatto, come abbiamo sconfitto il porcellum e come cambierà il volto della nostra rappresentanza in Parlamento”.

Prima del segretario del Pd, a prendere la parola sul palco sono stati Anna Ascani, 25 anni, di Perugia, Enzo Lattuca, 24 anni, di Cesena e Valentina Paris, 31 anni, di Avellino, tutti candidati attraverso le primarie per i parlamentari.

Poi riserva alcune parole di critica verso la destra e Berlusconi: ”Questi qui senza aver fatto una riflessione, senza cambiare nulla nei messaggi, parole d’ordine, slogan, sono tornati tal quali e hanno il coraggio di alzare la voce. Noi dobbiamo mettere davanti all’Italia un colossale no, non tornerete, abbiate pazienza ma non tornerete. Ci avete messo in un mare di guai, non sarete voi a portarci fuori da questo mare di guai, non è possibile”.

“Stavolta c’è il Pd, ci sono i progressisti- Solo noi siamo in condizione di chiamare a raccolta tutti quelli che vogliono costruire una alternativa alla destra. Siamo noi l’alternativa alla destra”. “Noi rifiutiamo il qualunquismo che dice che non esistono destra e sinistra, il qualunquismo porta a posizioni fascistoidi”.

E “vinceremo questa battaglia non perché abbiamo la vittoria in tasca o perché non abbiamo avversario, ma perché siamo capaci di suscitare le nostre forze e le nostre forze questa volta sono in grado di farci vincere”.

Poi ammette: “Non sarà una passeggiata. Loro suoneranno le loro trombe e noi le nostre campane. La nostra arma atomica è l’appello al popolo delle primarie. Ci sono 3 milioni e 200 mila persone che dovremo raggiungere, gli chiederemo di non essere spettatori ma protagonisti. Adesso arriva il momento e credo ci sarà una mobilitazione”.

Bersani avverte: “Attenzione perché con il voto stiamo chiudendo una stagione ventennale, dobbiamo chiudere con una destra e venti anni di regressione politica italiana”.

Poi, uno dei passaggi più applauditi dell’intervento: “Veniamo da vent’anni di inganno, leggerezza e insostenibile deriva morale. Il nostro obiettivo è la riscossa civica e morale e l’onestà, quella cosa che ti consente di guardarti allo specchio”.

Il leader del Pd ribadisce anche la sua idea sulla personalizzazione della politica. “Io sono l’unico a non avere il nome nel simbolo, l’unico non scelto ma che è stato scelto”, spiega il leader democratico evidenziando che “la personalizzazione si è trasformata in un dramma per l’Italia, è un concetto sconosciuto in tutti i Paesi civili dove esiste la leadership ma nell’ambito di un collettivo. Si tratta di un tumore, un cancro del sistema, della deformazione della democrazia”.

Poi, parla dei primi impegni del suo programma: “Falso in bilancio, anticorruzione, si fanno il primo giorno, incandidabilità, conflitto di interessi, andiamo subito a fare le norme”.

“Facciamo l’elenco delle sette, otto norme ad personam: si aboliscono. Punto. Poi ci sono i costi della politica, perché non c’è ragione che un parlamentare guadagni più di un sindaco di capoluogo, e i diritti” con il “riconoscimento legale alle unioni di fatto” e la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia.