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Nek: “Ragazza nuda e in lacrime mi bussò in camera, per amore dissi no”

18 Febbraio 2015 - di Claudia Montanari

ROMA – Nek: “Ragazza nuda e in lacrime mi bussò in camera, per amore dissi di no”. È considerato il vincitore morale del Festival di Sanremo 2015, Nek, al secolo Filippo Neviani, ha conquistato davvero tutti sul Palco dell’Ariston con la sua canzone “Fatti avanti amore”. Ma a 18 anni dal suo primo Festival, quando ha monopolizzato le radio italiane con il singolo “Laura non c’è”, il cantante emiliano ha conquistato anche i cuori di moltissime donne. Sguardo magnetico, capelli leggermente brizzolati, Nek è entrato nei cuori del pubblico di Sanremo. Nonostante il suo fascino Nek è però fedelissimo alla moglie Patrizia, con cui è fidanzato da 20 anni e sposato da 9. Una persona romantica Nek, non solo nelle sue canzoni ma anche nella vita privata. Più volte ha dichiarato che la sua vera forza è proprio Patrizia, oltre alla fede in Dio che ha scoperto e approfondito solo negli ultimi anni. Ma Patrizia lo ispira anche nella sua vita professionale. È stata lei a suggerirgli di cantare “Se telefonando” nella serata sanremese dedicata alle cover. Un successo enorme che lo ha portato alla vittoria.

Intervistato da Vanity Fair, Nek racconta della sua storia d’amore con Patrizia, una storia fatta naturalmente di alti e bassi come accade in tutte le coppie, ma un amore così grande dato dal rispetto e dalla fiducia reciproca. E sono proprio questi due elementi che hanno permesso al cantante di arrivare dove è ora. Un lavoro che mina la coppia quello di Nek perché, come spiega il cantante stesso, può indurti in tentazione. Spiega a Vanity Fair:

«Faccio un mestiere che induce in tentazione. Una volta in Messico ero in hotel: sento bussare alla porta, pensavo fosse il servizio in camera, invece era una ragazza nuda. Sono diventato rosso, non sapevo come gestire la cosa. […] Mi si buttò addosso, piangendo. Cercai di tranquillizzarla, la coprii con un accappatoio, la invitai a entrare e sedersi, offrendole da bere. Poi ho chiamato il mio assistente e insieme l’abbiamo accompagnata fuori».

Nek non nega che in passato possa essere caduto nell’errore di non raccontare sempre la verità:

«Le volte che ho preso questo gioco sottogamba sono state quelle in cui mi sono fatto più male, con il rischio di conseguenze pesanti. Non mento più» […] Non importa che fosse “Sono da un amico” o “Sono a casa tranquillo”. Conta che stavi facendo altro, hai cambiato il senso delle cose, distorto la realtà, non sei stato trasparente».

L’importante, però, è ammettere la verità:

«Ammettendo lo sbaglio. Chiedendo scusa. Guardandoci negli occhi, trovando lì la conferma del sapere che siamo fatti l’uno per l’altra» Ora è diverso: «Condivido tutto, non tengo più l’altro all’oscuro, lontano, nell’omissione. Solo con mia figlia faccio eccezioni. Quando mi chiede: “Mi manchi, papà. Vieni questa sera?”, e tornando l’indomani le devo rispondere: “Arrivo tardi, tu dormi”. Prenderei un jet privato, mollerei tutto e volerei da lei»

 

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