Il dramma di Ayesha: "Io, violentata la notte del mio matrimonio"

Il dramma di Ayesha: “Io, violentata la notte del mio matrimonio”

15 Aprile 2015 - di Silvia_Di_Pasquale

LONDRA – Il dramma di Ayesha: “Io, violentata la notte del mio matrimonio”. Della sua identità si sa poco, forse per motivi di privacy, ma la donna, di origine pakistana, ha raccontato la sua esperienza alla rivista Cosmopolitan Uk.  Prima è stata costretta a sposare un uomo che non amava, poi è stata costretta a consumare la prima notte di nozze, fatto che considera a tutti gli effetti una violenza carnale. Oggi è riuscita a separarsi dall’ex marito e ha ritrovato la felicità al fianco di un altro uomo, ma non dimentica chi ha leso la sua dignità di donna.

Ayasha è figlia di pakistani immigrati nel Regno Unito. La sua è stata un’infanzia sofferta: non le era permesso in alcun modo di avere “devianze” occidentali e dunque non poteva partecipare a uscite con le amiche o andare al cinema. Questi i motivi che la portarono a  scappare di casa, salvo poi tornare perchè costretta dai genitori. Poco tempo dopo il padre organizzò un viaggio in Pakistan, non svelando alla figlia il piano che aveva in mente: farla sposare una volta giunta nel Paese.

Arrivata in loco i suoi parenti iniziarono  a riempirla di domande sul suo possibile matrimonio. Nonostante la giovane mostrasse disinteresse per l’argomento, il bombardamento psicologico fu tale che non potè fare a meno di accettare, pensando così di riuscire poi a tornare a casa e riprendere in mano la sua vita.  La notte delle nozze, quando si apprestava a dormire con un marito che considerava a tutti gli effetti uno sconosciuto, cercò da lui comprensione. Questo è il motivo per cui gli chiese di aspettare per fare sesso:

“Non ci conosciamo. So che le cose sono destinate ad accadere nella notte di nozze, ma ti dispiace se non lo facciamo? Mi piacerebbe conoscerti prima”, queste le parole della giovane.

Il neo marito non accettò e contro la volontà della ragazza l’obbligò ad un rapporto completo. L’uomo le disse che per lui non esisteva lo “stupro matrimoniale” e che avere rapporto come e quando voleva era un suo diritto.

Dopo il rientro in Inghilterra della coppia, la vita di Ayesha si trasformò in un inferno tra maltrattamenti e violenze. Neanche la sua famiglia la difese in un momento così critico. Lei però non si è arrese ed ottenne il divorzio, ritrovando la felicità lontana dai suoi parenti e dalla sua vita precedente.