Trend Animalier per il prossimo inverno – (FOTO)

20 Marzo 2018 - di Claudia Montanari

Scostumista– Trend Animalier-  Se esiste qualcuno che ha creato questo mondo, doveva essere anche un grande stilista. Mai nessuna stampa è stata più copiata come la pelle del leopardo, il pelo della tigre, la pelle dei pitoni, dei coccodrilli, delle zebre, le ali delle farfalle, e il piumaggio di una varietà di uccelli. Già nella preistoria, nella mitologia antica, e nelle culture native, l’uomo ha trovato ispirazione dalla texture che ricopriva il corpo degli animali. L’ossessione della pelle degli animali negli abiti risale infatti dalla preistoria fino ai giorni nostri.  L’ abbigliamento faunistico ha sempre rappresentato e continuerà a rappresentare uno dei nostri istinti più primitivi.  Molti designer hanno usato stampe animalier per suggerire una femminilità giocosa e sensuale. Le idee confessionali del felino e del femminile in società diverse come l’antico Egitto e l’Inghilterra vittoriana, o nel secolo scorso designer come Christian Dior, Gianni Versace, Azzedine Alaïa e Roberto Cavalli, hanno usato stampe animalier – in particolare quelle derivate dal leopardo – per evocare una ipersessualizzazione della donna “felina” preda e cacciatrice.  Memorabile è l’immagine di Ava Gardner in una pubblicità del 1952 per MGM Studios in cui la diva era sdraiata su un manto leopardato  con un filo di perle e guêpière in pandant.  Già dieci anni addietro, negli anni ‘40, la pin up Betty Page, con indosso un succinto bikini dalla stampa animalier, incarnava la donna predatrice sessuale, look reinterpretato poi da Katy Perry nel 2013 per il video della canzone “Roar”.  Christian Dior fu il primo stilista che nel 1947, per la sua collezione primavera-estate, realizzò una collezione di abiti in chiffon leopardato.  Ma la stampa animalier non ha avuto solo una connotazione sexy e sensuale. E’ in stile bon ton infatti il cappello leopardato disegnato da Givenchy per Audrey Hepburn indossato nel film Sciarada del 1963. Così come il manicotto leopardato che indossò Marilyn Monroe nel ’53 nel film “Gli uomini preferiscono le bionde”.  Negli anni ’70 e ’80 viene rivisitato invece in chiave glam/rock, è indimenticabile David Bowie con indosso pantaloni leopardati su stivali in vernice rossa e plateau.  Torna in chiave chic con la sfilata memorabile di Valentino nel 1987 conquistato dall’animal print, tanto che gli venne dato l’appellativo di “Re della giungla della moda”. L’ animal print diventa l’identità stilistica di Roberto Cavalli che, soprattutto negli anni ’90, ha sfornato collezioni con stampe leopardate, zebrate, ghepardate, pitonate, ecc…  Con l’alternarsi dei trend di stagione, il prossimo inverno l’animalier torna protagonista in versione pop e ironica con lo zebrato colorato di Adam Selman o con la salopette tigrata di Ashley Williams; in chiave glam con la collezione leopardata di Tom Ford, Zadig&Voltaire, Diane von Furstenberg e Redemption ; le stampe animalier di Dolce & Gabbana mostrano una femminilità più morbida che ricorda le sirene di Hollywood degli anni ’50; forte ed energica quella di Gareth Pugh aiutata anche da una silhouette con spalle esagerate; bon ton e chic i capi animalier di Bottega Veneta, Balenciaga, Givenchy, Michael Kors e Cedric Charlier.  Creature ruggenti sexy, chic, glam animeranno quindi le grigie giungle d’asfalto nel prossimo inverno 2018-19.         di Annapaola Brancia d’Apricena