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Qatar non si ferma: nel mirino (quasi) tutto il lusso Made in Italy

28 Novembre 2012 - di Claudia Montanari

ROMA – Al Qatar lo shopping Made in Italy piace (e molto) e questo ormai è chiaro. L’autunno 2012 ha portato la firma araba con un “antefatto” estivo quando a luglio l’emiro di Hamad bin Khalifa Al Thani, probabilmente indeciso su cosa regalare alla moglie per Ferragosto, ha scelto di seguire i gusti di lei regalandole Valentino. Non un abito, ovvio. Nemmeno una costosa intera collezione. L’emiro non ha badato a spese e si è portato a casa l’intera Valentino Fashion Group perché, si sa, le cose se si devono fare, si fanno in grande.

Poi deve essere scoppiata nell’emiro una vera passione per lo shopping italiano tanto che sono immediatamente nati indiscrezioni su un particolare interesse, da parte del Qatar, verso prestigiosi nomi italiani quali Versace e Dolce & Gabbana. Poi, altre indiscrezioni hanno trascinato nomi quali Pomellato e Missoni visto che, mentre la prima sarebbe alla ricerca di risorse per finanziare l’espansione internazionale, la seconda, ancora a gestione familiare, è tra le società spesso indicate come potenziali prede.

Tant’è, nella lista delle possibili prede sono finite tutte le griffe più note e ora la lista potrebbe arricchirsi. Secondo Pambianco Strategie di Impresa “ci sono circa una ventina di realtà italiane che operano nella moda e nel design in cui sono presenti i fondi, e in diversi casi sono dentro da 3-5 anni (quindi alla ricerca di una way out)”.

Pambianco continua che “tra i potenziali target potrebbero esserci le società che stanno inseguendo la Borsa, per le quali è presumibile una certa propensione all’allargamento della base azionaria. In questo ambito ci sono quelle che fanno parte del progetto Elite di Borsa Italiana (Harmont&Blaine, Light Force, Peuterey, Pianoforte Holding, Braccialini, Zeis Excelsa e Miniconf). Ma anche le cosiddette “quotabili”, ovvero quelle aziende che, secondo l’annuale ricerca condotta da Pambianco che sarà diffusa la prossima settimana, possiedono le caratteristiche per essere quotate nell’arco di 3/5 anni”.

Insomma, si prospetta un autunno rovente per il lusso italiano e ricordiamoci che, tra le altre milioni di cose, la corazzata araba è già proprietario di colossi prestigiosi quali i magazzini Harrod’s ed è il primo azionista di Tiffany&Co, senza dimenticare gli avamposti nel colosso del lusso LVMH e, di certo, se punta a qualcosa difficilmente non la ottiene…