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Giorgio Armani contro le teste mozzate di Gucci: “Siamo…”

26 Febbraio 2018 - di Claudia Montanari

MILANO – Giorgio Armani contro le teste mozzate di Gucci: “Siamo…”. Genialità o follia? Arte o esagerazione? La collezione autunno inverno 2018-19 di Alessandro Michele per Gucci che ha sfilato a Milano ha diviso nettamente a metà i giudizi. Se le nuove generazioni sembrano accogliere con entusiasmo questo stile eccentrico al limite del buon gusto, gran parte dei personaggi che hanno fatto la storia della moda pare non apprezzino.

Come Giorgio Armani, che di storia della moda italiana ne ha fatta eccome. Lo stilista dice la sua in merito, nello specifico, alla scelta di Alessandro Michele di far sfilare in passerella per Gucci alcuni modelli e modelle con in mano il calco delle loro teste realizzato da uno studio di Cinecittà, Makinarium:

“Uno può fare ciò che vuole ma, fatemelo dire, se metto in pedana una testa, sotto un braccio, mozzata, siamo al limite e io non sto a questo gioco, mi tolgo da questo gioco. Non vorrei neanche che i miei guardassero ciò che hanno fatto gli altri, se quello che fanno gli altri è questo, meglio che stiamo a casa nostra”.

A pensarla come Giorgio Armani è anche Mariella Milani, giornalista e critica di moda, che sulla sua pagina Facebook ha scritto:

“Più che una tendenza ormai è una certezza: anche la moda è in preda a una violenta crisi di identità. La domanda che circola fra i designers più cool è: facciamo vestiti o lanciamo proclami e mandiamo messaggi che rappresentino il tempo che viviamo in modo da dimostrare che anche noi possiamo “dire” qualcosa? E allora, via con le sale operatorie e i corpi fatti a pezzi da Gucci, l’anarchia più totale, i blin blin etc…insomma, uno show che faccia notizia. E così, invece di decidere se un vestito è bello o brutto, donante o informe, anche i giornalisti di moda si trasformano in sociologi con il compito di decodificare il messaggio che esprime questa o quella sfilata. Tutti diventati intellettuali dell’ultima ora!
E visto che, ormai, nessuno fa più quello che dovrebbe fare ovvero vestire donne e uomini con stile e creatività, come si fa a non esibire una t-shirt che inneggi al femminismo, una borsa con un dipinto di Vermeer o addirittura una testa mozzata come simbolo del doppio che è in ognuno di noi etc etc…
Sbaglierò ma se ognuno tornasse a fare quello che dovrebbe saper fare con serietà e più rispetto, forse in giro tornerebbe un po’ di vera eleganza! Sarà pure specchio dei tempi ma possibile che ci si metta anche la moda a fare tutto sto casino per vendere stracci….”