Fashion Blogger Blair

Fashion Blogger: la moda non le vuole? È guerra

14 Gennaio 2012 - di Claudia Montanari

“Alle maison sarà detto chiaro chiaro che non non entreremo alle sfilate se ci saranno loro”.
Ecco la frase che sta scatenando una vera e propria guerra sul web.

Ma cosa sta succedendo? Andiamo con ordine. Il fenomeno “Fashion blogger” è ormai consolidato sul web da qualche anno: giovani ragazze, amanti della moda, aprono un blog su internet su cui inseriscono giorno per giorno i propri “outfit”, mostrando al mondo intero cosa hanno indossato quel giorno o per quel dato evento. Alcuni blog, strutturati molto bene, hanno raggiunto una “fama” non indifferente conquistando migliaia di click al giorno, semplicemente -utilizzando il loro gergo- “postando” i propri look.

Fin qui tutto bene. Ma “l’Elena di Troia ” che ha fatto scaturire la guerra, viene dal fatto che di frequente, queste (non sempre) fashioniste, si “accaparranno” inviti alle sfilate più glamour e, secondo alcune Giornaliste di Moda, ne fanno un uso errato, per mezzo dei loro (sempre) super cellulari di ultima generazione, vantandosi del “successo” ottenuto senza riuscire a capire nemmeno il vero senso dell’evento.

In fondo -questo è il pensiero generale di alcune Giornaliste- creare un articolo di moda per una testata è un lavoro duro, vi è un impegno dietro non indifferente che va ben oltre lo “scattare quattro foto e metterle sul web”.

Secondo un articolo apparso su un blog, pfgstyle.com, alcune Giornaliste di Moda avrebbero dichiarato, dunque, il loro categorico “NO” alla partecipazione alle sfilate milanesi se saranno presenti anche le famigerate Fashion Blogger. Si legge sul blog: “Non è possibile vedere in prima fila queste ragazzette con il cellulare in mano che mandano sms per vantarsi di essere lì. Capisci? Noi andiamo alle sfilate per lavorare non per far sapere al mondo che siamo lì”, e ancora “fanno pubblicità a prodotti che ricevono in regalo, questo falsa l’autenticità dell’informazione”.

Insomma, sembra proprio che questa volta, alcune “presunte” Giornaliste di moda di cui non si legge nè nome nè testata, stiano progettando una vera e propria rivolta contro questo fenomeno che sta divampando sul web. Eppure, le reazioni all’articolo sono state numerose, così come i commenti: Manuela Garofalo risponde così:
Concordo! Da giornalista e fashion blogger appoggio le giornaliste quando parlano di fashion blogger per nulla professionali e ragazzine improvvisate. Anche io sono contro la mancanza di professionalità, e quindi contro i brand che affidano le pubblicità a queste ragazzine solo perkè hanno centinaia di fan. Ma vorrei dire alle giornaliste in protesta che sono anche contro i raccomandati incapaci che lavorano per le grandi testate, venduti tanto quanto alcune fashion blogger. Quindi se protesta deve essere, che sia una protesta contro gli incompetenti e i raccomandati, fuori e dentro i giornali di moda!!!”

o ancora, un’altra lettrice, scrive:
mi dispiace ma è un controsenso affiancare ‘professionalità’ a ‘blogger’. un blogger è un blogger, un professionista è un professionita. ciò non toglie che sia giusto stare con serietà in un ambiente che si condivide con persone che lavorano, e si possa con altrettanta serietà fornire un servizio ai proprio followers. se ho la passione per la moda, posso leggere un pezzo di un giornalista e seguire un blogger che mi ispira particolarmente. l’uno non esclude l’altro ma è giusto e sacrosanto che siano prodotti, modi di porsi e punti di vista diversi”.

È anche vero però che, perchè sia guerra, va combattuta almeno tra due parti e finora ciò che si legge sul blog è solo una fittizia “chiacchiera da bar” di cui non c’è alcuna traccia sul web di fonti ufficiali.

Ci chiediamo dunque se questa non sia semplicemente l’ennesima trovata “pubblicitaria” per poter attirare l’attenzione su di sè.

Si spera solo che le prossime sfilate milanesi non si trasformino nel nuovo film “Troy”, perchè i sandali “gladiator” andavano di moda almeno un paio di stagioni fa…