"Donne siate imperfette: avrete il successo". Parola di chi ce l'ha

“Donne siate imperfette: avrete il successo”. Parola di chi ce l’ha

6 Ottobre 2014 - di Mari

PARIGI – Donne, siate imperfette e otterrete il successo: è l’invito di Nathalie Loiseau, direttrice della prestigiosa Ena (l’Ecole nationale d’administration, scuola d’élite), che, intervistata da Alberto Mattioli della Stampa, spiega come le donne possano conciliare carriera e famiglia. Lo fa anticipando il contenuto del proprio libro, tra una autobiografia e un saggio femminista, in cui racconta la propria vita e i propri successi. Perché Loiseau non è solo stata portavoce dell’ambasciata francese a Washington e unica donna nel comitato che sceglie gli ambasciatori di Francia, ma è anche moglie e madre di quattro figli, tutti i maschi (e tutte le donne sanno che l’impresa si complica). Scegliere tra carriera e famiglia per lei non è mai stata una questione, come si nota dal titolo del suo libro: “Choisissez tout”, scegliete tutto. 

Il primo passo perché sia davvero possibile scegliere (e avere) tutto? “Rinunciare alla perfezione”.

“Più che un prezzo da pagare, è un’altra forma di liberazione. I giornali femminili hanno messo in testa alle donne che devono per forza essere perfette in tutti i campi. È un po’ come se avessero passato le nostre vite al Photoshop. Non ci dev’essere niente se non al top: carriera, fisico, amori, bambini, vestiti, tutto dev’essere eccezionale. È ridicolo, inaccessibile. Nessuno ce lo chiede, specie gli uomini. Bisogna evitare di prendersi per delle “wonderwomen”, perché sono dei personaggi di fiction che non esistono nella realtà. Voler assomigliare a una superdonna conduce solo allo sfinimento. C’è anche una forma di orgoglio un po’ vano nel provare a essere perfette. Non conosco degli uomini che vogliano essere perfetti”.

Loiseau si schiera contro Marissa Meyer, ceo di Yahoo!, che ha vietato il telelavoro: 

“Il mondo cambia, le abitudini e gli strumenti di lavoro anche. Le nuove generazioni sono più nomadi e concepiscono il lavoro come qualcosa che non deve restare chiuso in un ufficio. È un po’ strano che la dirigente di un’impresa della new economy sia a disagio con il telelavoro. Ancora di più perché si tratta, al momento, dello strumento migliore per conciliare vita professionale e personale. Non tutti hanno un’armata di bambinaie per occuparsi dei figli, senza contare che arrivati a una certa età si prendono a carico anche i genitori anziani. Il mio tablet è il mio migliore amico, a condizione di saperlo spegnere di tanto in tanto…”.

Loiseau parla di femminismo e dice: “non è né di destra né di sinistra. È in anticipo”. Giudica le quote rosa “un male necessario”:

“Male, perché sei sempre sospettata di essere stata nominata a un buon posto perché sei una donna e non perché sei competente. Necessario, perché da 20 anni le donne ad aver fatto degli studi di buon livello sono altrettanto numerose che gli uomini. Ma negli incarichi di responsabilità le donne sono solo il 25%”.

Anche perché, va ammesso, c’è ancora chi è intrappolata nella “sindrome della Bella addormentata” o “sindrome di Cenerentola”:

“Consiste nello stare ad aspettare che un principe azzurro oppure una fatina arrivino a cambiarvi la vita senza prenderla in mano da sole. Certo che anche le favole sono strane: le mogli di Barbablù vengono uccise perché sono curiose, Biancaneve pulisce la casa dei sette nani mentre loro lavorano…”.

(Nella foto Nathalie Loiseau)

Tags