Frittura di paranza a rischio, pesca a strascico nel mirino Ue

Frittura di paranza a rischio, pesca a strascico nel mirino Ue

15 Maggio 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

La frittura di paranza finisce nel mirino dell’Ue, colpa del modo in cui arriva nei nostri mercati, ovvero attraverso la pesca a strascico. Potrebbero essere indirettamente coinvolti nei provvedimenti della Commissione anche altri piatti della tradizione gastronomica italiana a base di gamberi, scampi, triglie e naselli, essendo tutte specie che si catturano con questo metodo.

Pesca a strascico, la proposta della Commissione

La proposta del Piano di azione della Commissione prevede di eliminare progressivamente la pesca di fondo in tutte le aree marine oggetto di protezione entro il 2030. Questo potrebbe di fatto mettere a repentaglio le produzioni italiane che valgono il 50% dell’economia ittica, ma anche far aumentare le importazioni. Lo riferisce all’Ansa Fedagripesca-Confcooperative.

“Per soddisfare le richieste del mercato non ci sarà altro modo che aumentare l’import da Paesi extra comunitari che lavorano con regole diverse e non rispettano i nostri stessi rigidi protocolli in termini di sicurezza e sostenibilità”, osserva il vicepresidente di Fedagripesca-Confcooperative, Paolo Tiozzo, nel ricordare le proteste dei giorni scorsi, dove i pescherecci hanno suonato le sirene per dire no ad ulteriori restrizioni alla pesca a strascico.

Cosa accadrà nei prossimi mesi

Le prossime tappe dell’iter saranno decisive per il destino della pesca italiana ed europea. La proposta della Commissione, presentata a febbraio scorso; sarà al centro di una riunione informale dei ministri agri-pesca dall’11 al 13 giugno a Stoccolma e di un Consiglio a Lussemburgo il 26 e 27 giugno.

Fedagripesca ricorda che circa il 68% delle aree marine sono già escluse allo strascico, senza considerare che è in vigore anche il divieto ad oltre i 1000 metri di profondità. E a questi 3mila km quadrati di aree marine protette e zone di tutela biologica, la Commissione vorrebbe aggiungere altri 17 mila km quadrati di siti natura 2000, un’area di interdizione assoluta e destinata ad aumentare nel tempo. (FONTE ANSA).