stalking

Stalking: pensate di subirlo? Ecco come difendersi

28 Novembre 2012 - di Claudia Montanari

ROMA – Come ci si può difendere da un potenziale stalker? E come distinguere un corteggiatore insistente da un corteggiatore ossessivo?

La risposta a queste domande sta diventando un’esigenza sempre più concreta nel mondo e in Italia, paese in cui ogni tre giorni muore una donna per mano di uno stalker.

Sgombrando il campo da allarmismi eccessivi e dalle cattive informazioni, è importante innanzitutto cercare di chiarire, nei limiti del possibile, che cos’è lo stalking e quali sono le situazioni o i contesti che possono realmente degenerare, mettendo in pericolo la nostra vita.

La parola anglosassone stalking ( letteralmente significa “fare la posta”) viene usata per indicare una serie di atteggiamenti persecutori che si sviluppano in ambito relazionale ma che, pur potendosi articolare nei modi più disparati, si manifestano sempre attraverso tre protagonisti:

– Il persecutore. Le statistiche messe a disposizione dall’Arma dei Carabinieri sostengono che sono gli uomini, purtroppo, a detenere il triste primato di persecutori, arrivando in alcuni casi estremi a compiere vera e propria violenza sulla donna perseguitata. Generalmente si tratta di ex mariti, fidanzati o di corteggiatori rifiutati, ma è bene sottolineare come molte denuncie sporte riguardino anche colleghi o semplici conoscenti. Le ragioni che spingono un uomo a tampinare, chiamare ossessivamente o minacciare una donna sono ovviamente infinite, ma il desiderio sessuale o l’incapacità di gestire un rifiuto sono senz’altro fra le principali. Un potenziale stalker mette in atto una serie di comportamenti, in genere progressivi, che mirano a controllare la vittima, a stabilire o a mantenere un rapporto con lei e a danneggiare tutto ciò che lo separa da essa.

– La vittima. Le persone vittime di stalking ( generalmente donne) possono definirsi tali quando ricevono pressioni psicologiche, minacce, appostamenti, sms o chiamate insistenti talmente frequenti o intrusive da obbligare ad un cambio di stile di vita.

– La relazione. Sebbene vi siano casi in cui la vittima e il persecutore si conosco pochissimo o addirittura per niente, generalmente lo stalking matura in un ambito relazionale vivo ( due persone che si stanno conoscendo o frequentando) o concluso da poco( due persone che si sono separate)

Una volta chiarito a grandi linee in cosa consiste e come si sviluppa il reato di stalking, è bene capire quali sono gli atteggiamenti da attuare nel caso in cui aveste il reale sospetto di avere a che fare con un potenziale stalker.

Prima di passare ai consigli veri e propri, bisogna però sottolineare quanto sia importante mantenere la lucidità e non farsi prendere dal panico di fronte ad una telefonata di troppo o ad un’improvvisata in ufficio, per non diventare vittime di dannose fobie e per non scambiare per molestie le attenzioni di un uomo semplicemente innamorato o deluso. Inoltre è fondamentale essere consapevoli che, grazie ai mille strumenti di comunicazione che la contemporaneità offre, in qualche modo ci si espone e si rende più facile a chiunque l’accesso alla nostra vita; chi non desidera questo dunque dovrebbe limitare molto l’uso dei social network e in generale di tutte le piattaforme di comunicazione che il web propone.

A chi invece si sente realmente perseguitata o ha la concreta impressione di avere a che fare con un corteggiatore troppo intrusivo, ecco dei consigli pratici per difendersi.

– Dire di no chiaramente. Un uomo che adotta atteggiamenti persecutori spesso lo fa perché si è sentito incoraggiato dalle vostre parole o dai vostri comportamenti; se avete l’impressione di avere di fronte un corteggiatore troppo insistente o poco equilibrato, esprimete chiaramente il vostro rifiuto e interrompete qualunque contatto. La stessa cosa vale per un ex marito o fidanzato: non abbiate paura di apparire troppo fredde o maleducate e rompete qualsiasi catena di morbosità che si può esser creata.

– Essere indifferenti. La maggior parte delle ricerche condotte dagli esperti del settore ha rivelato che la strategia migliore per difendersi da un uomo morboso ed intrusivo sembra essere l’indifferenza. Sebbene infatti in certi casi sia difficilissimo mantenere la calma, le reazioni di paura o di rabbia non fanno altro che alimentare l’accanimento dell’uomo persecutore, che si sentirà stimolato e gratificato da essi, quasi fossero dei complimenti.

– Conservare più dati possibili sui fastidi subiti. Conservare sms insistenti o e-mail dal contenuto minaccioso è l’azione più intelligente che si possa fare se si ha l’impressione di essere perseguitata da un uomo; questo infatti vi consentirà di poter fornire, nel caso in cui ne aveste bisogno, delle prove concrete alle forze dell’ordine.

Naturalmente, se nemmeno gli accorgimenti dati dovessero dimostrarsi sufficienti per tenere a bada un uomo potenzialmente pericoloso, non bisogna dimenticare che le forze dell’ordine esistono soprattutto per proteggerci, ed è ad esse che bisogna rivolgersi. Ma ancora più importante, alla luce di quanto detto, sembrano essere la prevenzione e la consapevolezza di se e di chi ci circonda; attitudini che non hanno nulla a che fare con la mera diffidenza o con la asocialità, ma col sano buon senso, che non bisognerebbe mai smettere di coltivare.