Gelosi online: un italiano su 3 sbircia nella email del partner o ex

Gelosi online: un italiano su 3 sbircia nella email del partner o ex

25 Settembre 2013 - di Mari

ROMA  – Un italiano su tre va a sbirciare nella posta elettronica del proprio partner. E a farlo sono soprattutto maschi. O anche nella casella email del proprio ex. E in questo caso, invece, le curiose sono per lo più donne. Quindi non dite tutti che non l’avete mai fatto… Il dato che smaschera la gelosia degli italiani è venuto fuori in una ricerca commissionata da Google a Opinion Matters su 2.000 italiani, e riguarda tutte le loro abitudini in rete.

Secondo la ricerca nel 2013, solo il 35% degli italiani ha aggiornato il proprio software antivirus e più di uno su quattro (26%) ha cliccato su un link di spam. Il 13% degli italiani dichiara poi di essere entrato in un account altrui indovinandone la password: di questi, un terzo (33%) è entrato in quello del partner (atteggiamento soprattutto maschile) e quasi un quinto in quello del proprio ex (17%), questa volta con una buona prevalenza delle donne. Uno su dieci (10%) ha, invece, cercato di indovinare la password di un collega di lavoro.

E forse indovinare non è così difficile come sembra, dal momento che addirittura l’11% dichiara di usare come password una data significativa e il 10% il nome del proprio animale domestico. E’ poi preoccupante che l’8% degli intervistati usi ancora la parola “password” come propria password. Inoltre, due terzi degli intervistati cambia la password solo quando diventa necessario, solo il 24% lo fa regolarmente mentre il 16% dichiara di usare sempre le stesse password.

Siamo anche ben disposti a condividere le nostra password con altre persone, addirittura il 6% ha la password appuntata su un Post-it attaccato alla scrivania.

”Semplici accorgimenti come scegliere password più complicate, eseguire sempre il log-out dalle sessioni e prendere in considerazione la verifica a doppio passaggio per il proprio account possono davvero fare la differenza nel garantire la sicurezza dei nostri dati”, spiega Eran Feigenbaum, Direttore della Sicurezza, Google Apps.