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Andrew G. Marshall, manuale salva matrimonio: prima partner, poi figli

3 Settembre 2013 - di Claudia Montanari

LONDRA – Coppia, come sopravvivere (felici e innamorati) dopo l’arrivo di un bebè? Un modo rivolzionario lo spiega Andrew G. Marshall che nel suo nuovo manuale “I love you but you always put me last: how to childproof your marriage” (Ti amo ma mi metti sempre per ultimo: come rendere il matrimonio a prova di bambini) spiega come salvaguardare matrimonio (e salute) senza trascurare i figli.
Per i genitori, si sa, i figli vengono prima di tutto. Spesso, anche a costo di grandi sacrifici e di stress. Capita spesso che a causa della pressione psicologica (ma anche fisica) ne risenta anche il matrimonio e, di conseguenza, i figli stessi che riescono a percepire i malumori. È invece un matrimonio felice ed appagato che porta alla gioia e all’equilibrio perfetto della famiglia. Questo è il concetto base su cui si è ispirato Andrew G. Marshall, guru dei libri di auto aiuto.
Scrive Deborah Ameri su il Messaggero:

“L’idea che offre ai genitori, dice, è rivoluzionaria: i figli vanno messi al secondo posto. Prima c’è sempre il partner. Più facile a leggersi che a farsi e non stupisce che il consiglio arrivi da un medico britannico e senza figli. La teoria di Marshall ha pertanto fatto alzare qualche sopracciglio, ma lui si difende asserendo di parlare solo

per il bene della coppia: «Non pretendo di insegnarvi come allevare bambini. Voglio solo occuparmi della vostra relazione», spiega al Guardian di Londra. Aggiungendo, ottimista, che non ci sono rapporti senza speranza. Tutti possono imparare ad andare d’amore e d’accordo. Basta seguire degli accorgimenti”.
Secondo il guru, la coppia deve stabilire delle priorità e il sesso è di certo una di queste. Si legge su il Messaggero:
“Anche se si hanno figli piccoli. Bisogna trovare lo spazio per l’intimità. Non solo. Anche quello per parlarsi davvero e ascoltarsi, senza inserire il pilota automatico (e senza farsi interrompere dai figli). E, quando è il caso, chiedersi scusa, ammettendo le colpe. Per quanto riguarda il sesso, Marshall ha un consiglio pratico che non prevede fallimento: chiudere a chiave la porta della stanza da letto. «Se c’è un’ emergenza i figli busseranno, o urleranno al fuoco», tranquillizza il terapeuta. Bisogna far capire loro che anche gli adulti hanno diritto a uno spazio di privacy”.
Poi, spiega Deborah Ameri, c’è il tempo da dedicare solo al partner:
Si spengano cellulari e tablet e magari si vada a cena in un ristorante romantico, lasciando a casa figli e babysitter. Avere un appuntamento galante ogni tanto ravviva la complicità. Così come fare dei piccoli gesti premurosi. Per esempio scrivetevi dei messaggini, incoraggia Marshall, lasciate dei biglietti a casa per quando il partner rientra, comprate il suo cibo preferito, inventatevi piccole sorprese. Mogli e mariti si sentiranno più amati”.
Ancora, spiega Marshall nel suo manuale,
Quando si arriva o si parte è importante salutare prima il compagno e dopo i figli. «All’inizio vi costerà fatica, vi verrà naturale abbracciare i vostri bambini. Ma dopo qualche volta vi renderete conto che ha più senso», promette l’esperto. È importante anche riconoscere i meriti del partner, un po’ come fanno le aziende che premiano i loro dipendenti per aver raggiunto un determinato target. Per esempio: se il marito scarica la lavastoviglie o la moglie prepara la cena perché non ringraziare? Perché non farsi i complimenti se si gestisce alla perfezione una situazione spinosa con i bambini? Supportarsi a vicenda va bene, ma va dimostrato anche con le parole”.
Marshall mette anche dei paletti e divieti. Come quello di
allearsi con i figli per isolare l’altro genitore. Che finirà per sentirsi solo e arrabbiato. Il risentimento aumenta fino a che diventa impossibile appoggiarsi al partner. «Non è sorprendente che molti genitori preferiscano stare con i figli piuttosto che da soli. Con loro intorno ci sono meno occasioni di litigare e ci si può nascondere dietro i ruoli di mamma e papà, dimenticando i problemi tramarito emoglie», scrive l’autore nel suo saggio”.
Nemmero essere troppo apprensivi nei confronti dei figli va bene:
“«Non cercate di indirizzarli in ogni singolo passo – ammonisce Marshall – Se mettete tutte le vostre energie nel crescerli, rischiate di identificarvi con loro. I loro successi saranno i vostri e così i loro fallimenti e finirete permettere i vostri pargoli troppo sottopressione».
Infine, ma non meno importante, un’ultima regola d’oro:
“Non voler essere a tutti i costi un genitore perfetto. È sufficiente essere un bravo padre o una brava madre, la perfezione non è di questo mondo”.