Sanremo 2014, prima e seconda serata tra trash, gag, Carrà, Grillo e i denti della Castà

20 Febbraio 2014 - di Claudia Montanari

Parliamoci chiaro. Sanremo, per gli italiani, è l’equivalente del caffè nei distributori per gli impiegati: fa schifo ma non si può fare a meno di berlo.

E io Sanremo lo guardo. Lo guardo perché, come tutto, poi mi piace anche criticarlo. E, come ogni anno, anche queste prime due puntate ci hanno regalato ottimi spunti.

Intanto posso dire che l’unica canzone che ricordo, per ora, è quella della Carrà ma pare, dicono, che non sia in gara.

A proposito delle canzoni, poi, par di capire che, siccome quelle di quest’anno in gara facciano più o meno schifo, fanno cantare la più brutta per prima così la seconda sembra una grande Hit.

Degni di nota sono i denti di Laetitia Castà che dopo anni e anni di tv si ostina a credere che quelli siano il suo “punto di forza”, la sua “imperfezione perfetta” e invece ancora non ha capito che dovrebbe puntare su altro, tipo sul fisico da pin up.

Perché, ogni volta che Laetitia ride, un odontoiatra si butta dalla balaustra e muore.

Nota a favore per Francesco Renga, che è sempre più figo. Per quanto riguarda le canzoni, per carità, Renga è sempre Renga e io non posso parlare perché per lui ho sempre avuto un debole però ditegli che presentare la stessa canzone dell’anno scorso (e di quello prima. E di quello prima ancora) in teoria non vale.

Nota di demerito, invece, per le acconciature. Io non so sinceramente come funzioni dietro le quinte, se ogni cantante e ospite si porti il parrucchiere da casa o sia sempre lo stesso, ma qualcosa che non andava c’era.

Perché passi la pettinatura di Luciana. Passino anche le onde anomale delle due nuotatrici, Tania Cagnotto e Francesca Dallapè. Ma la svirgolata di Laetitia Castà no, non la passo. Quella è pura cattiveria.

Le onde anomale di Tania Cagnotto e Francesca Dallapè La svirgolata di Laetitia Castà

Ma cominciamo dall’inizio.

Questa volta le chiacchiere su Sanremo sono iniziate prima di Sanremo stesso quando un giorno prima del Festival il ragionier Giuseppe Piero Grillo, detto Beppe, ha annunciato di aver acquistato un biglietto per l’evento e che sarebbe dunque stato presente. Il tutto a conoscenza del presidente di vigilanza Rai nonché deputato del m5s Roberto Fico il quale non si assolutamente dissociato dalla vicenda. Lo show di Grillo non è tardato ad arrivare, qualche ora prima della messa in onda, davanti il Teatro Ariston.

Olè.

Beppe Grillo non ha mancato di fare la sua arringa contro la Rai, contro i giornalisti e contro Matteo Renzi. Ma non è tanto lo show di Grillo ad avermi fatto riflettere quanto più che altro il comportamento di Roberto Fico. Praticamente, un presidente della commissione di vigilanza Rai che prende parte come militante di una parte politica (la sua) in una protesta provocata dal comico Grillo (che, paradossalmente, da sempre insulta la presenza della politica nella Rai) e che ha come scopo quello di sparare a zero contro la Rai stessa.

In sostanza: mandato affidatogli dal parlamento tradito, commistione politica, ruolo di garanzia rinnegato nonché deontologia mandata a benedire.

Ma le polemiche non hanno tardato ad accentrarsi da fuori l’Ariston a dentro l’Ariston quando Sanremo ha fatto l’inizio con il (quasi) botto. Nemmeno Fazio ha fatto in tempo a dire “Buonasera” infatti, che vengono inquadrati due uomini che, dall’alto del teatro, minacciano di buttarsi dalla balaustra se Fazio non leggerà una lettera da loro scritta. Una volta riportati alla ragione, e dopo il tributo di Ligabue a De André, Fazio ha letto la lettera, che esprimeva tutto il senso di disperazione di un momento di crisi economico come questo. Secondo la lettera, i due sarebbero dei lavoratori disoccupati del consorzio del bacino di Napoli e di Caserta che, da sedici mesi, assieme ad altri 800 dipendenti non ricevono lo stipendio e tre di loro si sarebbero già suicidati.

Operai che minacciano il suicidio a Sanremo? Come direbbe Miranda Priestley: “avanguardia pura”.

E infatti le polemiche non sono tardate ad arrivare tra il pubblico di Sanremo che si è nettamente diviso tra chi si è dichiarato completamente solidale ai due uomini e chi alla vicenda non ci ha creduto nemmeno il primo secondo. C’è da dire che, tra i secondi, ci sono state anche due linee di pensiero tra chi ha ritenuto la “buffonata” fosse stata architettata da Fazio (?) e chi che quei due fossero dei disturbatori seriali. Dopo accurate ricerche sembra emerso che i due operai, che non prendono lo stipendio da 16 mesi, avrebbero acquistato dei biglietti per Sanremo insieme ad altre due persone e che avrebbero architettato un malore di una di queste per riuscire a spostare l’attenzione della sicurezza e salire fin sopra la balaustra. Secondo le prime ricostruzioni, i quattro farebbero parte del cosiddetto gruppo dei «desperados», una frangia dei lavoratori dei Consorzi di Bacino di Napoli e Caserta che più volte, in passato, si è resa protagonista di proteste eclatanti.  

Così, tra chi su Twitter ha ribadito l’assoluta professionalità di Maria De Filippi, che se fosse accaduto a lei avrebbe già messo gli operai a lavorare come microfonisti ad uno dei suoi programmi, e chi ha notato che, a leggere le lettere, alla De Filippi non la batte nessuno, il programma è andato avanti.

Luciana Littizzetto ha fatto il suo ingresso con un costume di scena che il “Crazy Horse” le fa un baffo. Di piume rosa e nere e con un reggiseno a balconcino. Balconcino nel vero senso della parola, con tanto di fiori di Sanremo e una statuetta del giornalista Vincenzo Mollica.

Luciana Littizzetto versione “Crazy Horse”

E qui io vorrei ricordare a tutte quelle che si sono permesse di criticare l’abito -evidentemente di scena- che molte di loro si vestono così pure per andare a ballare il venerdì sera e che senza chili di filtri di Instagram sono molto più ridicole di lei.

Per il resto, nella prime due puntate non c’è molto altro da dire se non fare una nota di merito al decolté di Rosalba Pippa detta Arisa a cui in pochi eravamo abituati. Poi, oltre alla sua sempre notevole voce, per quanto riguarda il look non si è scostata di molto dalla sua nuova versione senza occhiali alla ragionier Filini: cerone in volto e rossetto rosso fuoco.

E, ovviamente, allo show della Raffaellona nazionale che, possiamo dirlo, sopra il palco ha fatto le scarpe davvero a tutti. La Littizzetto ha cercato di stare al passo nelle danze e, tra le due, ho seriamente temuto che partisse un’anca più a Luciana che a Raffaella ma, alla fine, le è andata bene.

In sostanza, dopo queste due prime serate di Sanremo e l’esibizione della Carrà, di una immensa Franca Valeri, di Claudio Baglioni, di Ligabue e delle scongelate gemelle Kessler, è emerso un fattore che per noi 30enni o quasi è un po’ una pugnalata: ebbene sì, dai 50 in su sono nettamente più fighi di noi.