Django unchained

Django Unchained: Quentin Tarantino “sbanca” ancora, è boom di consensi

4 Febbraio 2013 - di Claudia Montanari

ROMA – Malgrado sia nelle sale italiane già da alcune settimane, “Django Unchained” sta riscuotendo talmente tanti consensi da poter essere considerato comunque e ancora una “novità” cinematografica, in grado di offuscare quasi tutte le nuove uscite. Il geniale e pluripremiato regista e sceneggiatore Quentin Tarantino torna nelle sale con un western dal sapore classico, senza tuttavia rinunciare a quei guizzi estrosi e coinvolgenti che l’hanno reso uno dei registi più amati in circolazione. In questa pellicola, ancora più che in altre, il piacere di fare cinema  permea completamente le due ore e quarantacinque della durata del film, e si può sentire nella recitazione espansiva dei protagonisti, nell’acutezza dei dialoghi, nell’uso della musica e nella meravigliosa capacità di omaggiare alcuni grandi registi del passato. Il dottor King Schultz( l’ eccezionale Cristoph Waltz), un cacciatore di taglie di origine tedesca, è alla ricerca dei fratelli Brittle, per consegnarli alle autorità più morti che vivi; per trovarli, libera lo schiavo Django( Jamie Foxx), col quale instaura un sodalizio umano e professionale che li condurrà attraverso l’America delle piantagioni e dell’orrore razzista. “Django Unchianed” è un’opera completamente risolta, che si avvale di un cast eccellente( una menzione speciale va senz’altro a Leonardo Di Caprio nel ruolo del viscido Calvin Candie) e che riesce con insuperabile maestria ad unire cinismo e amore, intrattenimento e storia; probabilmente manca un pizzico di sperimentazione, che tanto aveva contraddistinto il regista ai suoi esordi, ma si tratta di sfumature, anche perché  quando c’è Tarantino, c’è sempre un grande Cinema.