Letizia Ortiz a Roma: tubino rosso al convegno della Fao

Letizia Ortiz a Roma: tubino rosso al convegno della Fao

16 Ottobre 2018 - di Silvia_Di_Pasquale

ROMA – Letizia Ortiz a Roma. La regina di Spagna ha partecipato a un incontro che si è svolto oggi alla Fao, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. L’ex giornalista ha indossato un delizioso tubino rosso a manica lunga firmato Carolina Herrera, abbinato a un paio di sabot firmate Steve Madden. Capelli raccolti e trucco leggero per Letizia, che non sbaglia mai un outfit quando si tratta di scegliere l’abito giusto per ogni occasione.

La migrazione come risorsa, cercando di massimizzare i benefici che può offrire e minimizzare gli impatti negativi. Questo il leitmotiv del convegno che si è svolto ieri alla Fao, in occasione della presentazione del nuovo rapporto dell’agenzia Onu, ‘Lo Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura’ (SOFA). Il tema centrale dell’incontro nella sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura è stata la migrazione come risorsa, cercando di massimizzare i benefici che può offrire e minimizzare gli impatti negativi. Al centro del rapporto le migrazioni, soprattutto quelle rurali, e l’importante ruolo che queste giocano sia nei Paesi in via di sviluppo che nei Paesi sviluppati. Con un monito rivolto ai governanti: le politiche non dovrebbero arginare o accelerare i flussi migratori, ma massimizzarne il contributo allo sviluppo economico e sociale riducendone al minimo i costi. Ma anche una chiara richiesta di impegno, per la costruzione della pace e per aiutare le comunità a resistere meglio alle crisi affinché non siano costrette a lasciare la loro terra.

“La migrazione – ha osservato il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva alla presentazione del rapporto – non deve essere considerata una ‘piaga’, un’emergenza o un fenomeno che non può essere invertito”. E se “non possiamo ignorare le sfide e i costi associati al fenomeno – ha aggiunto – l’obiettivo deve essere quello di rendere la migrazione una scelta, non una necessità, e di massimizzarne gli impatti positivi riducendo al minimo quelli negativi”. Anche se l’attualità della cronaca porta in primo piano la migrazione internazionale, è il fenomeno degli spostamenti dei flussi all’interno dei paesi – si legge nel rapporto – a fare i grandi numeri. “Le cifre – ha osservato De Silva – mostrano che oltre 1 miliardo di persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo si sono spostate internamente, con l’80% dei movimenti che riguardano un’area rurale. Questi flussi non sono generati da conflitti o catastrofi (o almeno non solo), bensì dalla ricerca di migliori condizioni di vita”.