Angelina Jolie e il padre Jon Voight divisi sul conflitto israelo-palestinese

Angelina Jolie e il padre Jon Voight divisi sul conflitto israelo-palestinese

8 Novembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale

Angelina Jolie e il padre Jon Voight divisi per la posizione su Israele. A Hollywood è scontro a distanza tra l’attore premio Oscar e sua figlia, ex inviata speciale Onu per i Rifugiati, che ha di recente condannato la risposta di Israele agli attacchi terroristici di Hamas lo scorso 7 ottobre che ha causato la morte di molti civili. L’84enne Voight non ha usato mezzi termini e attraverso un video su Instagram ha dichiarato: “Sono molto deluso dal fatto che mia figlia, come tanti altri, non abbia alcuna comprensione dell’onore di Dio, delle verità di Dio“, ha detto parlando a favore di telecamera con sullo sfondo la bandiera degli Stati Uniti.

Voight si dice quindi “deluso” in particolare dal fatto che sua figlia non capisca a suo avviso l’obiettivo di Hamas di “annientare la terra degli ebrei”. “L’esercito israeliano deve proteggere la sua terra, il suo popolo. Questa è guerra. Non sarà quello che pensa la sinistra, la situazione non può essere civile adesso”. Una posizione durissima la sua e una visione molto netta sulle ragioni di Israele che argomenta per oltre tre minuti di video. Fino a chiedere alla figlia attrice di rivalutare la sua opinione sul ruolo di Israele nella guerra: “Hamas e l’ inganno che è il suo governo stanno distruggendo il loro stesso popolo”, afferma, esaltando d’altro canto il “grande eroismo” del popolo ebraico, davanti alle tante tragedie nel corso della Storia, dall’Olocausto al recente “Olocausto di Hamas”.

Le dichiarazioni di Angelina Jolie

Quello che è successo in Israele è un atto di terrorismo. Ma non può giustificare la perdita di vite innocenti con bombardamenti sulla popolazione civile“. “Come milioni di persone in tutto il mondo in questi giorni sono stata arrabbiata e triste per quanto accaduto in Israele e la morte di civili innocenti”, ha scritto Jolie, per vent’anni al fianco dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. “Mi sono chiesta come potere aiutare e ho pregato anch’io per il ritorno immediato e in sicurezza degli ostaggi e per le famiglie che devono sopportare un dolore inimmaginabile per l’assassinio di un loro caro. Soprattutto per i bambini uccisi e quelli ora rimasti orfani”.