Una giovane ragazza della Gen Z preoccupata

I nostri adolescenti stanno male: la salute mentale dei giovani è precaria e ci sono pochi fondi

7 Dicembre 2023 - di Claudia Montanari

L’Italia affronta una sfida significativa nella gestione della salute mentale dei giovani, con la Fondazione Onda che solleva la questione dei fondi insufficienti e del crescente disagio. Mentre i disturbi mentali rappresentano il 16% del carico globale di malattie nella fascia di età compresa tra i 10 e i 19 anni, la spesa per la salute psichiatrica nel paese non supera il 3%.

Il convegno “Dall’età evolutiva all’età adulta: transizione e tutela della salute mentale percorsi interdisciplinari e presa in carico,” organizzato da Fondazione Onda e Sinpf – Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, ha evidenziato questa criticità, con il contributo non condizionante di Otsuka Italia e la partecipazione di Regione Lombardia.

I disturbi mentali nei giovani, una realtà preoccupante

Secondo la Fondazione Onda, il 40% di tutte le diagnosi nei giovani rientra nei disturbi d’ansia e depressione. Tuttavia, la spesa destinata a risolvere questa problematica è estremamente limitata, rappresentando solo il 3% del totale. Questo divario tra necessità e risorse disponibili è motivo di preoccupazione, soprattutto considerando che il 78% dei bambini con diagnosi di disturbo mentale è a rischio di sviluppare disturbi più gravi nelle fasi successive della vita.

Impatto della pandemia sul benessere mentale

La pandemia ha accentuato ulteriormente i casi di disagio nei giovani, portando ad un aumento di ansia, depressione e disturbi del sonno. Claudio Mencacci e Matteo Balestrieri, Co-Presidenti Sinpf, sottolineano la necessità di affrontare questa emergenza psicologica, evidenziando che gli adolescenti con disturbi mentali diagnosticati hanno un rischio sei volte superiore di sviluppare problemi da adulti.

La criticità della transizione e della perdita di supporto

Un’altra sfida evidenziata riguarda la transizione tra i vari servizi di cura quando i giovani raggiungono i 18 anni. A questa età, perdono il diritto a usufruire di prestazioni nella neuropsichiatria infantile, complicando il passaggio tra i servizi di cura e aumentando la criticità della situazione. Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda, sottolinea che oltre il 40% dei giovani si perde in questa fase di transizione, con conseguenze spesso gravi come l’abuso di sostanze psicoattive, l’abbandono scolastico e la marginalizzazione.

La necessità di riforme e servizi dedicati

Emi Bondi, Presidente Sip, Società Italiana di Psichiatria, conclude che è essenziale ripensare all’organizzazione dei servizi, soprattutto per quanto riguarda l’età della transizione (14-24 anni). La creazione di servizi dedicati in questa fascia di età diventa un’imperativa necessità per garantire una presa in carico efficace e continuità nei percorsi di cura.

La salute mentale dei giovani in Italia richiede una risposta urgente e un impegno finanziario più significativo per affrontare il crescente disagio e garantire una transizione più fluida tra i servizi di cura.